Page 247 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO NONO




                  In tale situazione, l’impiego necessario e frequente da parte italiana delle trasmissioni radio, protette
                  dai cifrari descritti poc’anzi, consente ai comandi austroungarici di ottenere alcune informazioni
                  mediante la decrittazione di qualche importante dispaccio operativo. In particolare, le disposizioni
                  per un contrattacco imprudentemente diramate via radio, nella notte tra il 19 e il 20 di maggio dal
                  Comando della 1 Armata, avrebbero permesso, secondo Figl, di contrastare efficacemente l’inizia-
                                 a
                  tiva italiana.
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                  Dai primi giorni di giugno, l’intercettazione di stazioni con nuovi nominativi rivela agli analisti
                  austriaci l’esistenza di formazioni recentemente costituite, nel territorio intorno a Padova. Si
                  tratta appunto della 5  Armata creata per supportare le truppe ormai provate schierate sul fronte
                                      a
                  tridentino.  Le posizioni delle nuove stazioni sono rilevabili dalla cartina di figura 9.4, insieme
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                  a tutto lo schieramento radio italiano alla data dell’ 8 di giugno.
                  Si osserva, a questo proposito, che gli Austriaci non disponevano ancora di radiogoniometri,
                  quindi hanno potuto rilevare un aumento generale del traffico e l’esistenza di stazioni RT prima
                  non esistenti, ma la deduzione di Ronge che le truppe di rincalzo fossero concentrate intorno a
                  Padova potrebbe derivare da informazioni ottenute da altra fonte, ovvero dal “senno del poi”.
                  Quest’ultima ipotesi sembra avvalorata dal riferimento del Generale austriaco, riguardo agli av-
                  venimenti nel periodo di cui trattasi, «ai dati precisi di Cadorna e di Tosti sulle forze impegnate
                  dall’Italia» che «oggi possediamo». 40
                  Le misure crittografiche adottate dagli italiani comprendenti, tra l’altro, il cambiamento della
                  chiave del Cifrario di Servizio per la sola 1 Armata e l’adozione di una «cifra speciale» usata
                                                           a
                  per trasmettere le notizie rilevate dagli aerei da ricognizione, sono interpretate dai comandi au-
                  stroungarici come un segnale dell’imminente contrattacco.  41
                  La ritirata finale dell’Esercito Imperiale, che deve ripiegare su posizioni poco più avanzate ri-
                  spetto a quelle da cui era partito all’inizio dell’offensiva «esauritasi come un fuoco d’artificio
                  che manda mille bagliori ma non ha consistenza»,  è attribuita da Ronge a un radicale cam-
                                                                  42
                  biamento del rapporto di forze tra i due eserciti e ai «nuovi fatti di guerra sul fonte russo» che
                  avrebbero costretto a trasferire in quel settore ingenti forze impegnate nel Trentino e «imposto
                  un limite alla nostra offensiva condotta fino allora così gloriosamente».
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                  Sulla validità di questa tesi che trascura completamente l’eroica resistenza opposta dall’Esercito
                  italiano, non è certo questo il luogo di intrattenersi.
                  Dal punto di vista crittologico, nella tarda primavera del 1916 e soprattutto durante la Strafexpedition,
                  il servizio crittografico austro ungarico registra l’introduzione di nuovi cifrari italiani che si
                  succedono a brevi intervalli di tempo con chiavi cambiate giornalmente, com’è confermato da
                  quanto precedentemente esposto sui cifrari “C”. «I notevoli miglioramenti del loro servizio cifra»,
                  ammette Ronge, «provoca preoccupazione e genera il sospetto che gli Italiani abbiano proba-
                  bilmente avuto sentore del nostro servizio d’ascolto».  Anche Figl conviene sulla particolare
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                  consapevolezza acquisita, in questo periodo, dai Comandi Italiani riguardo la pericolosità del
                  traffico radio e sulla scarsa efficacia delle cautele fino ad allora adottate.
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                  38   O.J.Horak, Oberst a.D. Andreas Figl, op. cit.,p. 145. Questo dispaccio contenente molti dettagli operativi era evidente-
                  mente diretto alle Unità dipendenti e, per la mancanza di altri mezzi di comunicazioni sufficientemente rapidi, contravveni-
                  va al principio di non trasmettere notizie di questo tipo soprattutto dall’alto verso il basso delle gerarchie militari.
                  39   ibidem, p.146.
                  40   M. Ronge, Spionaggio, op. cit. p. 234
                  41   O.J.Horak, Oberst a.D. Andreas Figl, op. cit.,p.146 -148.
                  42   ibidem.
                  43   M. Ronge, Spionaggio, op. cit. p. 234
                  44   M. Ronge, Der Radiohorch, op cit., p.9
                  45   O.J.Horak, Oberst a.D. Andreas Figl, op. cit.,p.149


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