Page 259 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO NONO
Che si tratti proprio del cifrario diplomatico
austro-ungarico Sacco lo confermò, senza troppa
evidenza, solo nell’edizione del 1947 al par. 157
(L’ufficio crittografico italiano nella Grande
Guerra) dove scrive : «Vogliamo solo ricordare
65
il decrittamento del cifrario campale austriaco (N.
108) nonché del diplomatico (N. 111)».
In sostanza Sacco sfruttò l’ingenuità dell’operatore
alla cifra austriaca che da un giorno all’altro
pensò bene di cifrare anche il preambolo di
ogni telegramma fino allora lasciato in chiaro.
Quei preamboli erano strutturati tutti secondo lo
stesso schema, e così, credendo di aumentare la
segretezza, l’operatore aveva in realtà offerto un
formidabile aiuto al crittoanalista!
Episodio che conferma come una parte
fondamentale della sicurezza di un cifrario sia un
adeguato addestramento degli operatori alla cifra.
Fig. 10
Fig. 11
65 Questo paragrafo, come l’intera sezione storica non è compresa nella traduzione inglese del Manuale del 1977. È quindi ve-
rosimile che Alvarez e altri ricercatori di lingua inglese ignorassero i dettagli della forzatura del codice diplomatico austriaco.
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