Page 260 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
i meriti di Luigi sacco
Quello che risulta con evidenza dal taccuino è il lavoro eccezionale svolto da Luigi Sacco in
questi mesi, nei quali era ancora a capo del servizio di radio-intercettazioni, e poteva quindi
dedicare solo una parte del suo tempo alla crittoanalisi. Nonostante questo, egli riuscì ad allestire
dal nulla un ufficio crittografico che era già in grado di forzare diversi cifrati nemici, soprattutto
a trasposizione. Considerato che non aveva alcuna esperienza precedente in questo campo, i
risultati ottenuti in pochi mesi hanno del miracoloso, e dimostrano le sue straordinarie capacità
logiche e la sua tenacia.
In questi mesi furono gettate le basi per i più importanti successi del Reparto crittografico negli
ultimi mesi del 1916, nel 1917 e nel 1918. E da questa esperienza ebbe origine l’opera più
importante di Sacco: il già citato Manuale di Crittografia che è ancora oggi considerato uno dei
grandi classici della letteratura crittografica mondiale.
ottobre/novembre 1916: iL trasferimento a roma
Tra le lettere che Sacco scriveva regolarmente da Codroipo a sua moglie Cecilia si trovano
due passaggi importanti per ricostruire la storia del Reparto crittografico. In una lettera datata
Codroipo 30-10-1916 scrive: «Eccomi in partenza stavolta: proprio ora torno dalla bicchierata
che ho dovuto offrire ai colleghi del presidio per l’addio […] Sono davvero un po’ spiacente di
lasciare Codroipo dove ho trovato molta gentilezza sia nella popolazione che nell’ufficialità.[…]»
In una lettera datata Roma 2-11-1916 scrive:
Sono giunto stamane a Roma dopo un viaggio discreto, sono andato a vedere il mio nuovo
ufficio e ne sono abbastanza soddisfatto. Secondo quanto ti scrissi ieri da Padova, partirò
domani sera per Codroipo ove conto di fermarmi sabato e domenica. […] Una notizia non
cattiva: a Roma sarò in borghese, essendoché l’ufficio ha carattere riservato; questa notizia
tienila per te e non la comunicare neanche a papà e mamma. […] L’ufficio è in un bel
palazzo centralissimo, ma guarda nel cortile, per quanto questo sia molto ampio. Il mio capo
ufficio è molto per bene [...]
Nonostante questa piccola violazione del segreto militare, la stessa esistenza del Reparto rimase
ignota al nemico, e sia Gylden, sia Ronge mostrano di ignorarne l’esistenza. Il palazzo citato,
come Sacco rivela poi in un abbozzo di autobiografia ritrovato tra le sue carte, è quello di fronte
alla Galleria di Arte Moderna in via Nazionale.
Sacco annuncia poi di dover tornare a Codroipo per un paio di giorni, evidentemente per
organizzare il trasferimento dell’ufficio e recuperare carte e oggetti personali. Un’ipotesi
verosimile è che in questo breve periodo abbia ripreso il taccuino e lo abbia portato a Roma nella
sua abitazione ove è rimasto per più di mezzo secolo, forse dimenticato, fino al ritrovamento.
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