Page 265 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
P. 265

CAPITOLO DECIMO




                  trarre una sola notizia sul tema specifico delle comunicazioni vaticane, per il resto coperto dal
                  segreto assoluto: si tratta dell’invio al Ministero degli Esteri, in data 15 agosto 1917, di una rac-
                  colta di 22 telegrammi decrittati scambiati tra la Santa Sede e il Nunzio a Bruxelles. 11
                  Gli altri dispacci vaticani rientrano nel novero di quelli indicati genericamente come diplomatici
                  che, convertiti in chiaro, vengono trasmessi quasi giornalmente ai Ministeri interessati, in primis
                  a quello degli Esteri e talvolta anche alla Missioni alleate a Roma. Il numero di questi telegram-
                  mi supera spesso quello dei crittogrammi intercettati per radio, dimostrando l’importanza, la
                  vastità e la complessità dell’opera svolta dal Reparto.
                  Di natura molto varia sono inoltre gli interventi richiesti per la soluzione di crittogrammi contenuti
                  in lettere e telegrammi privati intercettati dalla censura ovvero sottratti dall’Intelligence italia-
                  na a spie nemiche o presunte tali, difficilmente interpretabili dagli organi di Pubblica Sicurezza.
                  Sul tavolo di Sacco affluiscono copiosamente lettere, telegrammi e corrispondenze di ogni tipo,
                  sospettate di essere formulate mediante metodi crittografici o steganografici. 12
                  Per una prima idea della varietà dei temi affrontati, si ricorda l’incontro avvenuto il 24 novembre
                  del 1916 tra Sacco e il capo del Reparto censura delle Poste Italiane «per la vigilanza sui tele-
                  grammi dei prigionieri di guerra». Infatti, come già illustrato, alcuni Ufficiali italiani prigionieri
                  in Austria avevano inviato alle proprie famiglie telegrammi, inoltrati attraverso la Croce Rossa,
                  in cui mediante linguaggi convenzionali, comunicavano notizie di carattere militare apprese
                  casualmente o intenzionalmente. Si temeva evidentemente che anche i prigionieri austriaci po-
                  tessero fare altrettanto.
                  Molti aspetti del multiforme lavoro svolto da Sacco e dai suoi collaboratori nel periodo romano, non
                  costituiscono oggetto di approfondimento nel presente volume che si limita all’esame delle attività
                  del Reparto dedicate alla crittografia militare. Qui di seguito sono illustrati alcuni sistemi cifranti
                  impiegati dalle Forze Armate degli Imperi Centrali e dei loro Alleati che si ritengono forzati dal
                  Reparto crittografico, tra la fine del 1916 e il 1917.


                  10.2 SUCCESSI  DEGLI ANALISTI ITALIANI


                  i cifrari navaLi austro ungarico e germanico
                  Desta indubbio interesse la notizia contenuta nei diari della Sezione R, in data 10 novembre
                  1916: «Comunicazione al Comando in Capo della R. M. (Regia Marina N. d. A.) - Venezia -
                  della chiave del cifrario della Marina austriaca 39842 e di tre r.t.g. (radiotelegrammi N. d. A.)
                  decifrati con tale chiave». 13
                  Poiché la chiave trasmessa alla Marina italiana è numerica a cinque cifre, si ritiene possibile che
                  il cifrario a cui Sacco fa riferimento sia un vocabolario ove la prima cifratura è attuata mediante
                  la sostituzione di parole, numeri e lettere contenuti in un repertorio con gruppi composti da cin-
                  que cifre e la seconda cifratura o sopracifratura è effettuata con l’ausilio di una chiave del tipo
                  riportato poc’anzi. Questa ipotesi, convalidata da quanto diremo tra poco, consente di indivi-
                  duare il cifrario come quello della Marina Austro Ungarica riportato al primo posto nell’elenco
                  compilato da Sacco durante l’estate precedente.
                  Come accennato nel precedente capitolo, nel taccuino di Sacco si trovano alcune pagine conte-
                  nenti dati molto precisi riguardanti il cifrario suddetto e un altro attribuito alla Marina germani-
                  ca, ponendo naturalmente un interessante quesito sulle circostanze in cui Sacco e i suoi collabo-


                  11   Diari Sezione R, 15 agosto 1917, AUSSME, fondo B1,101S, Vol. 294 d.
                  12   Notizie su questi linguaggi sono contenute nel Capitolo 15 del presente volume.
                  13   Diari della Sezione R, 2 dicembre 1916, AUSSME, fondo B1,101S, Vol. 251c.




                                                                                                     265
   260   261   262   263   264   265   266   267   268   269   270