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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
inviati prontamente a Roma attraverso la rete telegrafica o con altri mezzi. Nei due ultimi mesi
del 1916, il numero di dispacci radio decrittati, elencati nel diario della Sezione R non è mol-
to elevato, perché le trasmissioni radiotelegrafiche dell’Esercito austroungarico al fonte italiano
sono considerevolmente ridotte e la maggior parte dei telegrammi proviene da altri fronti o da
comunicazioni delle flotta nemica. D’altra parte, l’attività di Sacco e dei suoi collaboratori è dedi-
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cata, in questo periodo, anche all’organizzazione delle nuove attività che comprendono lo studio
dei cifrari diplomatici di Paesi nemici e neutrali e la soluzione di problemi d’indole crittografica
incontrati dalle censure e dagli altri organi dello Stato nell’espletamento delle proprie funzioni.
Un cambiamento così radicale nei compiti affidati al Reparto è determinato dai fabbisogni
dell’intero Governo del Paese, in un comparto in cui la competenza di Sacco e dei suoi collabo-
ratori comincia a divenire nota non solo agli alti Comandi delle Forze Armate, ma anche alle più
alte Cariche dello Stato. Dal resoconto dei primi incontri svoltisi a Roma, contenuto nel citato
diario, si deduce come i detentori del potere politico e amministrativo, prima di tutto i Ministri
degli Esteri, degli Interni e della Marina Militare, oltre ai Responsabili della censura, si adoperi-
no per mantenere continui contatti con la Sezione R e il Reparto al fine di ottenere supporto per
superare le proprie difficoltà.
iL cambio di mansioni
Il trasferimento a Roma favorisce l’interazione diretta e frequente di Sacco con i funzionari api-
cali degli organi di stato bisognosi di consulenza crittografica, ovviamente con maggiore efficacia
rispetto al caso in cui egli fosse rimasto a Codroipo. Già a metà novembre, «il Capitano Sacco si
presenta ai Ministeri degli Esteri e degli Interni per prendere accordi sul suo servizio», da svolgere
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a vantaggio dei suddetti Ministeri. Anche il capo della Sezione R si reca poi più volte a conferire
sui risultati ottenuti dal Reparto con il Segretario Generale del Ministero Affari Esteri Giacomo De
Martino che si occupava specificatamente della raccolta di informazioni per conto del Ministro.
Gran parte dei dispacci diplomatici da decrittare è intercettata dalle Regie Poste e Telegrafi,
specie nell’ufficio di San Silvestro a Roma, ove i funzionari delle Ambasciate dei Paesi neutrali
consegnano i dispacci diretti ai propri governi e si ricevono quelli diretti in senso inverso. Natu-
ralmente, i telegrammi diplomatici riservati sono quasi tutti cifrati nei modi più vari e complessi,
rappresentando una sfida impegnativa vinta, per molti di essi, da Sacco e dai suoi collaboratori.
Secondo David Alvarez, il Reparto crittografico avrebbe risolto durante il conflitto i cifrari di-
plomatici di Austria, Germania, Svizzera, Spagna, Grecia, Bulgaria, Stati Uniti e Russia bol-
scevica. L’impegno teso a forzare il Cifrario diplomatico austriaco, iniziato alla fine dell’anno
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precedente è portato a termine, sempre secondo Alvarez, nel corso del 1917.
Costituisce un caso particolare la corrispondenza telegrafica dello Stato del Vaticano che, non
disponendo di una rete propria, deve affidare ai Telegrafi italiani le comunicazioni con i Nunzi
Apostolici residenti anche nei Paesi nemici dell’Italia, utilissima fonte d’informazioni riguardo
alla situazione politica, economica e generale, soprattutto in Austria e Germania. L’interesse per
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i contenuti dei telegrammi vaticani impone di risolvere con grande rapidità ed efficacia i cifrari
usati dai crittologhi di oltre Tevere, compito anche questo assolto dal Reparto. Dai diari si può
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6 Gli RTG decrittati sono 11 nel mese di novembre e 28 a dicembre. Occorre tuttavia osservare che nei diari si indicano solo
gli RTG di maggior interesse per l’Intelligence trasmessi in chiaro al di fuori del Reparto.
7 Diari Sezione R, 15 novembre 1916, AUSSME, B1, 101S, Vol. 247 c.
8 David Alvarez, Italian Diplomatic Cryptanalysis in World War I, Cryptologia, Vol. XX, n° 1, January 1996.
9 Questi telegrammi vengono fatti transitare in un paese neutrale, di solito in Svizzera.
10 David Alvarez, I Servizi Segreti del Vaticano, Spionaggio, complotti, intrighi da Napoleone ai giorni nostri, Newton
Compton, Roma, 2003, p. 100 - 150. La decrittazione dei dispacci dalla Santa Sede da parte del Reparto crittografico è
trattata anche nell’articolo dello stesso autore dal titolo. Faded lustre: Vatican Cryptography, 1915 – 1920, Cryptologia,
April 1966, Vol. XX, n° 2, p .97 - 131.
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