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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               i dispacci si di romei
               Lo stesso Figl racconta infatti di aver ricevuto, nel tardo autunno del 1917, le intercettazioni di
               alcuni dispacci radio trasmessi dal Generale Giovanni Romei che egli, come Ronge, crede fosse
               il capo della Missione italiana presso il Quartier Generale romeno.  Al contrario, Romei aveva
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               assunto, sin dall’aprile del 1916, l’incarico di Capo della Missione italiana in Russia e, alla fine
               dell’anno successivo risiedeva presso il Quartier Generale Russo (Stavka di Mogliev) o in città
               vicine come Kiev, ove disponeva del cifrario SI sin dall’estate. Capo della missione in Romania
               era invece dal 19 agosto del 1917 il Generale Alberto Peano.
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               Romei inviava sistematicamente i propri rapporti al Comando Supremo mediante corrieri o, in
               qualche caso, attraverso il servizio telegrafico militare, ma nel novembre del 1917 questi mezzi
               di comunicazione con l’Italia, in seguito ai disordini rivoluzionari, erano divenuti discontinui e
               inaffidabili, sicché egli chiede al Generale Peano di impiegare la radio di cui quest’ultimo dispo-
               ne. Trasmette, così, dal 17 al 20 di novembre, poco più di dieci radiogrammi, alcuni dei quali
               molto lunghi, intercettati dagli Austroungarici. Subito dopo, rinuncia a impiegare la radio per le
               limitazioni impostegli da Peano sul numero e sulla lunghezza dei telegrammi, ma anche perché
               riesce a reperire mezzi alternativi di trasmissione.
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               Figl asserisce di aver risolto “completamente” il Cifrario SI, senza precisare esattamente la data
               in cui ciò è avvenuto, con l’ausilio dei radiogrammi firmati dal Generale Romei e riguardanti le
               vicende belliche al fronte russo rumeno, ricavando molte notizie utili in un momento in cui le
               fonti di informazioni costituite dalle radio russe si andavano esaurendo, per la progressiva ridu-
               zione dell’attività bellica di quell’esercito.
               Si osserva, innanzitutto, come sia un’impresa quasi impossibile ricostruire interamente un codice
               intervertito di 20.000 e più vocaboli, sulla base di pochi, per quanto lunghi, crittogrammi, anche
               se, per consentire la comprensione di testi non complessi, basta la corretta interpretazione di un
               migliaio di termini. Appaiono inoltre evidenti i limiti temporali delle informazioni ricavate dai
               dispacci di Romei che Figl e poi Ronge estendono invece a periodi di tempo molto più lunghi.
               Intanto, indipendentemente dalle intercettazioni e decrittazioni austroungariche, alcuni Ufficia-
               li della Missione italiana in Russia denunciano al Comando Supremo la probabile perdita del
               Cifrario SI che sarebbe caduto nelle mani dei rivoluzionari russi di Pietrogrado, a seguito delle
               vicende narrate nell’inserto successivo. Si ravvisa perciò «la necessità che esso venga immedia-
               tamente modificato per evitare la decifratura dei nostri telegrammi segreti». 56
               Conseguentemente, il 22 dicembre il Reparto crittografico «compila e dirama le tabelle di sosti-
               tuzione del cifrario SI e relativa circolare»  che entrano in vigore gradualmente, a cominciare
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               dai primi giorni di gennaio, per le comunicazioni con il Comando del XVI Corpo d’Armata a
               Valona, con gli addetti militari a Londra, Madrid, L’Aia, ecc..
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               un centinaio di termini contenuti nel cifrario e di non aver poi migliorato la penetrazione poiché i dispacci erano divenuti
               rari e brevi.
               53   O. Horak, Oberst a.D. Andreas Figl, op. cit., p. 206 - 207. Ronge menziona il Cifrario SI, per la prima volta nella parte
               delle sue memorie che si riferiscono alla fine del 1917, in quanto usato dalla Missione militare italiana in Romania (M.
               Ronge, Der Radiohorch, op cit., p.25.)
               54   La corrispondenza telegrafica dalla Russia del Generale Giovanni Romei Longhena (Reggio Emilia 1865 - Brescia 1944)
               inizia il 3 maggio del 1916 e continua fino all’agosto del 1918, quando è richiamato al fronte italiano. AUSSME, fondo
               E11, busta 89 e s.
               55   I dispacci sono raccolti in AUSSME, fondo E11, busta 97 e la documentazione relativa alle difficoltà di spedizione e
               all’accordo con Peano  è in AUSSME, fondo E11, busta 92.
               56   Ufficio Situazione, Comunicati di Guerra e Missioni all’Estero, Promemoria all’Ufficio Operazioni di Guerra e Affari
               Generali, Prot. 265011, 12 dicembre 1917.
               57   Diari Sezione R, op. cit., fondo B1, 101 S Vol. 307d  Il Presidio A. B. Padova chiede l’autorizzazione per impiegare il nuovo
               sistema SI in: Telegramma all’Ufficio Operazioni del Comandi Supremo del 15 gennaio 1918, AUSSME, fondo E 2, busta 110.
               58   Diari Sezione U, op cit., 3 gennaio e 21 febbraio 1918, AUSSME, Fondo D1, 101 D, Vol.360d.

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