Page 306 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               Per tutti i restanti mesi di guerra, il Reparto crittografico effettua un’attenta manutenzione dell’“SI”,
               emettendo anche nuove tabelle cifranti e decifranti. Di fatto, le note fonti austroungariche non
               menzionano più questo cifrario e, alla fine del conflitto, il Servizio Informazioni italiano lo in-
               clude, tra quelli non violati in base alle «rivelazioni di militari che appartennero agli uffici critto-
               grafici del disciolto esercito austro ungarico» che non ne avevano mai sentito parlare. 60
               Nel corso del 1918, l’impiego del nuovo cifrario “SI” si andrà diffondendo anche nell’ambito di
               unità dell’Esercito non in contatto diretto con il Servizio Informazioni, fino a divenire, come si
               vedrà, di impiego del tutto generale.


                  L’affare dukhonin
                  Il  generale  Nicolay  Nikolayevich  Dukhonin,  Comandate  Supremo  delle  Forze  Armate
                  Russe dopo la destituzione di Kerensky, si oppone il 22 novembre del 1917 al volere del
                  Consiglio dei Comitati del Popolo capeggiato da Lenin e Krylenko i quali desiderano
                  l’apertura immediata dei negoziati di armistizio con la Germania. Il Generale asseconda
                  in tal modo la posizione dei Paesi dell’Intesa, sostenuta più volte dai loro Addetti militari
                  in Russia, che è naturalmente contraria a qualsiasi trattativa separata della Russia con
                  gli Imperi Centrali, sulla base del trattato di Londra del 3 agosto 1914. Nella prova di
                  forza accesasi tra i Bolscevichi e Dukhonin, quest’ultimo finisce soccombente, trucidato
                  dai soldati russi il 3 dicembre successivo.
                  L’affare sviluppatosi durante gli ultimi giorni di vita del Dukhonin che coinvolge la Mis-
                  sione militare italiana in Russia capeggiata dal generale Giovanni Romei Longhena e il
                  cifrario SI, s’inserisce appunto nella cornice degli avvenimenti poc’anzi sintetizzati. 61
                  Alla fine del 1917, la Sezione di Pietroburgo della Missione italiana, comandata dal Tenente
                  Colonnello Pentimalli, risiedeva nel celebre palazzo monumentale dello Stato Maggiore, mentre
                  il generale Romei si trovava più vicino al fronte. I due comunicavano mediante telegrammi cifrati
                  con l’”SI”, usufruendo del servizio posto a loro disposizione dai Comandi dell’Esercito, quindi
                  sulla rete telegrafica militare oppure attraverso la posta militare. Ambedue questi mezzi si
                  prestano, come è noto, a facili intercettazioni e, per di più, l’aver accettato l’ospitalità dello
                  Stato Maggiore russo stabilendo la sede della Missione proprio nel suo Palazzo, costituiva un
                  rischio per la sicurezza dei cifrari, anche se normalmente custodi in cassaforte.
                  L’affare Dukhonin ha inizio la domenica 2 dicembre del calendario gregoriano, quando
                  alcuni giornali russi pubblicano una notizia ricevuta dal Generale riguardante la presun-
                  ta decisione dei Governi dell’Intesa di non protestare più contro le trattative d’armistizio
                  tra Comandi russi e tedeschi e indicano fonti italiane come origine dell’informazione.
                  La notizia sembra fosse stata inviata a Dukhonin dai Bolscevichi di Leningrado che inten-
                  devano così dimostrargli la scomparsa degli ostacoli da lui frapposti contro l’inizio delle
                  trattative di armistizio con i Tedeschi. Rimangono ovviamente da chiarire le motivazioni
                  che avrebbero spinto il Generale russo a effettuare la rivelazione alla stampa, a meno che,
                  come è molto probabile, non si trattasse di un “completamento” della manovra messa in
                  atto dagli stessi Bolscevichi allo scopo evidenziato poc’anzi.
                  Le  smentite  da  parte  italiana  non  si  fanno  attendere  e  contemporaneamente  ha  inizio,
                  nell’ambito della Missione, la caccia all’Ufficiale che avrebbe fornito un’informazione
                  così importante e riservata. Il generale Romei afferma di non aver mai passato una notizia




               60   Servizio Informazioni, Attività dei reparti crittografici dell’Esercito austro ungarico durante la guerra, a firma di  O.
               Marchetti, Prot.951/A del 14 marzo 1919, AUSSME, fondo H4, busta 65 .
               61   Le notizie riportate in quanto segue sono  tratte dalle carte della Missione Militare in Russia conservate in AUSSME,
               fondo E11, buste 89 - 105.

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