Page 307 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO UNDICESIMO
del genere a Dukhonin morto il giorno stesso della comparsa dell’annuncio sulla stampa.
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Un accurato esame porta a escludere ogni eventuale responsabilità degli Ufficiali della
Missione e individua come probabile fonte il telegramma contenente quest’informazione
appresa negli ambienti diplomatici di Pietrogrado e inviato via filo, alcuni giorni prima,
dal Tenente Colonnello Pentimalli al Generale Romei. Il dispaccio cifrato con “SI” sareb-
be stato intercettato dai Bolscevichi e da loro decifrato mediante l’esemplare del cifrario
in loro possesso. Quindi, il Tenente Colonnello Pentimalli, a conclusione delle indagini
svolte, comunica ai Comandi italiani la personale convinzione «che il nostro Cifrario SI
sia conosciuto alle autorità russe di Pietrogrado». 63
Nonostante Pentimalli non spieghi chiaramente le motivazioni di un suo così netto convin-
cimento, un indizio che avvalorerebbe la perdita del cifrario italiano è la richiesta di una
terza copia dell’”SI” avanzata da Romei e soddisfatta il 4 ottobre del 1917. L’esigenza di
disporre di una copia ulteriore rispetto a quelle necessarie rispettivamente a Pietroburgo e
al Quartier Generale russo, gli unici siti autorizzati a scambiare informazioni tra loro e con
l’Italia, può far sorgere qualche sospetto su un eventuale smarrimento che, qualora non
denunciato immediatamente dalla Missione italiana, costituirebbe una gravissima colpa.
Tuttavia, la comunicazione di Pentimalli, anche se tardiva, risulta quanto mai opportuna
poiché determina la decisione di proteggere immediatamente il Cifrario con tabelle di so-
stituzione e di sopracifratura e di produrre, come si è detto, all’inizio del 1918 un nuovo SI,
impedendo il proseguimento del processo di soluzione intrapreso dagli analisti austriaci.
daL “rosso” aLLo “speciaLe”
Il cifrario a fodera rossa, dopo l’allarme e la temporanea sospensione subita nel marzo del 1916,
era stato “recuperato” alla fine d’aprile introducendo semplici sopracifrature additive fisse e
adottando una diversa numerazione delle pagine - come è d’uso nei repertori paginati - che non
costituivano ostacoli di rilievo per la decrittazione dei dispacci.
Nel giugno del 1917 si aggiunge un’altra semplice sopracifratura ottenuta invertendo tra loro,
nei gruppi cifranti, la posizione del numero della pagina e della parola e aggiungendo a ciascun
gruppo di cinque cifre così ottenuto il numero fisso “123”, sostituito pochi giorni dopo con il
numero “55”. La rapida modifica di questa chiave, nel giro di soli tre giorni, avviene perché un
ufficiale addetto al Comando della 5 Armata commette la leggerezza di trasmettere via radio,
a
con il vecchio cifrario rosso, il dispaccio con il quale era stata diramata la chiave, rendendo
necessaria la sua sostituzione. E’ chiaro però che semplici chiavi additive come queste non
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possono non essere scoperte rapidamente.
Il “Rosso” così modificato a cui è dato il nome di “Speciale” costituisce solo una soluzione tran-
sitoria, perché dopo pochissimo tempo ha luogo un cambiamento radicale con l’applicazione al
“Rosso” di “Tabelle cifranti e decifranti”.
La paternità delle tabelle va attribuita al Reparto crittografico, come è testimoniato dai diari delle
Sezione R e U. Questi ultimi, alla data del 25 giugno, riportano infatti testualmente:
Lettera (inviata) al Ministero della Guerra – Gabinetto del Ministro.
62 Ufficio Situazione, Comunicati di Guerra e Missioni all’Estero, Promemoria, Prot. 265011,del 12 dicembre 1917, op. cit.
63 Missione Militare italiana in Russia, Sezione di Pietrogrado, prot.1178 del 20 dicembre 1917, AUSSME, fondo E11, busta 93.
64 La documentazione relativa allo “Speciale” con chiave additiva è contenuta in AUSSME, fondo, F2 busta 117. Si veda
in particolare: Comando 5 Armata, Telegramma, Prot..2235 del 7 giugno 1917;e Circolari del Ministero della Guerra N°
a
2235 del 7 giugno 1917 e N° 2278 del 10 giugno 1917.
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