Page 303 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO UNDICESIMO




                  Ancora più categorico è il giudizio di Sacco il quale afferma: «la debolezza dei cifrari italiani,
                  ben nota al Reparto crittografico, non è apprezzata dal Comando Supremo e ha dato modo al
                  Gen. Ronge di vantare il servizio decrittografico austriaco».
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                  Di fatto, gli ostacoli e i conseguenti ritardi traspaiono dalle fredde cronache dei diari e dalla corri-
                  spondenza da cui emerge altresì chiaramente come l’innovazione dei cifrari impiegati dall’Esercito
                  italiano sia iniziata, ad opera di Sacco e dei suoi collaboratori, sin dai primi mesi del 1917, cioè  in
                  data molto anteriore all’inizio del 1918, come generalmente ritenuto. Il Reparto crittografico anco-
                  ra sottodimensionato e oberato da numerose incombenze, risponde quindi, anche per questi aspetti,
                  all’agguerrita macchina crittologica austriaca, compilando per l’Esercito alcuni nuovi sistemi cifranti.
                  La prima notizia su questa attività del Reparto compare, nei diari delle Sezioni R e U del Servizio
                  Informazioni, alla fine di gennaio 1917, quando si richiede alla Sezione U un elenco di termini da
                  inserire nel “Cifrario del Servizio”. Questa dizione potrebbe generare qualche incertezza sull’i-
                  dentificazione dello scopo del cifrario, ma le successive note dei diari non lasciano dubbi sulla
                  sua natura, attribuendogli la sigla “SI” che sta per “Servizio Informazioni” al quale esso viene, in
                  un primo tempo, esclusivamente destinato. Nei diari di marzo della Sezione R si trovano infatti
                  riferimenti alla «preparazione del Cifrario per il Servizio di Informazioni», alle «norme per la
                  conservazione del segreto» e alla «compilazione della prefazione», tutte riferite al Cifrario SI,
                  che entra in vigore dal 1 maggio 1917.
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                  L’elenco di distribuzione iniziale dell’“SI” comprendente gli Uffici del Comando Supremo e
                  gli Addetti militari delle Ambasciate all’Estero, è progressivamente esteso agli Addetti militari
                  presso i Comandi alleati in zone di guerra, ai Centri Informativi dislocati nei Paesi neutrali, al
                  Comando del Corpo di occupazione dell’Egeo, ecc.  Poiché la gestione del sistema ricade nei
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                  compiti dello stesso Servizio Informazioni, la sua diffusione e applicazione non subiscono i ri-
                  tardi che soffriranno altri sistemi cifranti creati dal Reparto.
                  Il tempo non breve impiegato per la compilazione dell’”SI” dipende dalla sua voluminosità
                  dell’opera, dall’accuratezza necessaria al fine di renderlo coerente con il tipo di comunicazioni a
                  cui è adibito, evitando il più possibile, appigli che, anche per errori dei cifristi, il nemico potreb-
                  be sfruttare per iniziarne la penetrazione.
                  L’”SI” è il primo repertorio disordinato adottato dall’Esercito italiano, contenuto in un volu-
                  me comprendente più di 400 pagine e oltre 20.000 vocaboli, elencati in ordine alfabetico nella
                  parte cifrante, con accanto i gruppi di cinque cifre scelti in modo del tutto casuale. Nella parte
                  decifrante i gruppi sono in ordine numerico crescente. Oltre al vocabolario, nel repertorio sono
                  compresi elenchi di località, di comandi delle forze armate, misure di tempo, ecc.
                  Il Reparto crittografico non ha soltanto generato il cifrario “SI”, ma lo ha poi gestito mediante fre-
                  quenti sostituzioni dei gruppi o aggiunta di altri gruppi, anche per adattarlo alle mutanti esigenze
                  degli utilizzatori. Un esempio delle prime “correzioni” apportate è illustrato nella figura 11.7. 51
                  Figl, nelle sue memorie menziona per la prima volta il Cifrario SI con riferimento ad alcuni
                  dispacci radio trasmessi dall’Ufficiale di collegamento italiano presso il Comando francese di
                  Coriza (Corça in albanese), nell’autunno del 1917, quindi cinque o sei mesi dopo l’inizio delle
                  trasmissioni di dispacci cifrati con l’”SI”, in aree geografiche molto vaste: dall’Egeo, all’Albania,
                  da Cipro al Nord Europa. L’Ufficiale austriaco ammette però le difficoltà incontrate in quest’oc-
                  casione e in buona sostanza l’impossibilità di penetrare il cifrario che gli Italiani continuano a
                  utilizzare indisturbati fin quasi alla fine del 1917. 52


                  48   L. Sacco, Manuale, op. cit, p.309.
                  49   Diari Sezione R, op. cit., 8 e 22 marzo 1917, AUSSME, fondo B1, 101S, Vol. 267c; Diari Sezione U, op cit,, 13 e 23
                  aprile 1917, AUSSME, fondo B1, 101 D, Vol. 349d,
                  50   ibidem
                  51   AUSSME, fondo H, busta 11.
                  52   O. Horak, Oberst a. D. Andreas Figl, op. cit., p.195 -196. Andreas Figl dichiara di aver interpretato, in questa occasione,


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