Page 313 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO UNDICESIMO
della stessa “versione” del cifrario. Ma, la “provvisorietà” costituisce un’innovazione di note-
vole portata perché consente di proteggere il cifrario dalla risoluzione sistematica operata dal
nemico, “offrendo” ad esso una quantità considerevole di versioni differenti. Lo stesso Gylden,
così critico nei confronti della crittologia italiana, pur non nascondendo gli inconvenienti sopra
indicati, riconosce la validità della misura adottata dal Reparto crittografico perché rende la
«classificazione dei cifrari molto più difficile e aumenta considerevolmente il lavoro statistico»
dei decrittatori.
83
In definitiva, l’impegno per estrarre a sorte e compilare cifrari specifici per ogni gruppo di unità
è ampiamente ripagato dalla notevole resistenza del cifrario D alla penetrazione che non ha con-
sentito agli analisti austroungarici di decrittare i dispacci radio divisionali e anche quelli tra le
numerose unità a livello più elevato che adotteranno il “D” in luogo dello “Speciale”. 84
Si rileva inoltre come un codice di trincea “disordinato e provvisorio” come il “D”, ideato da
Sacco sin dal settembre del 1916, costituisca la soluzione idonea a superare gli inconvenienti sia
dei codici ordinati con sopracifrature non sempre agevoli in prima linea, sia di quelli disordinati
senza sopracifratura che comportano frequenti sostituzioni, con conseguenti problemi di compi-
lazione e distribuzione.
11.5 I PROGRESSI DELLE RADIOCOMUNICAzIONI
una rete per L’aeronautica
Le radiocomunicazioni vanno assumendo un rilievo crescente anche per assicurare i collega-
menti tra aerei e terra che, dopo le prime imprese nel 1915, avevano trovato nell’Esercito italiano
un decisivo sviluppo.
Oltre al già ricordato impiego dell’osservazione aerea a supporto dell’artiglieria e della fanteria,
l’aeronautica diviene per l’Intelligence un’innovativa fonte d’informazione, grazie alla ricogni-
zione che si giova delle comunicazioni telegrafiche bordo - terra per trasmettere in tempo reale
i risultati delle osservazioni.
Nell’Esercito italiano il numero di aerei dotati di apparati radio aumenta costantemente, nono-
stante le difficoltà dovute alla limitazione dello spettro radio disponibile a causa sia dell’impiego
della trasmissione a scintilla, sia dei problemi incontrati nell’adozione in questo settore delle
assegnazioni orarie dei canali radio. Un altro ostacolo alla crescita è derivato dai lunghi tempi di
consegna dei costruttori e soprattutto della Marconi italiana che produceva il trasmettitore di bor-
do, denominata Marconcina.
Dopo i ricordati esperimenti nell’aeroporto di Mirafiori, questo apparato si era imposto nei con-
fronti dei modelli francesi della SFR per le migliori caratteristiche di peso, ingombro e affidabi-
lità con il conseguente impiego esclusivo non solo per il supporto all’artiglieria e alla fanteria,
ma anche per la ricognizione a corto raggio.
Per consentire le comunicazioni radio anche da aerei destinati a effettuare ricognizioni strategi-
che a maggiore “profondità” oltre le linee nemiche, i tecnici dall’Aeronautica italiana progetta-
no, all’inizio del 1917, la stazione denominata T. Av, da 180 W, con portata fino a 60 chilometri.
La produzione industriale è affidata a tre ditte italiane. 85
83 Y. Gylden, op. cit., p.80. Poiché questa notizia, come alcune altre riferite da Gylden sui cifrari italiani non compare nel
libro di Ronge, non è chiaro come Gylden ne sia venuto a conoscenza.
84 Nell’introduzione del cifrario e nelle istruzioni di accompagnamento si specifica che esso sostituisce il “Tascabile” e lo
“Speciale” a livello divisionale, ma in effetti il “D” trova un impiego molto più vasto.
85 Le ditte sono: la Craveri di Torino, i Fratelli Marzi di Conegliano Ligure e la ditta Campostano di Milano. E’ previsto
l’impiego di alcuni componenti della stazione campale da 200 W precedentemente illustrata, come lo spinterometro a disco
di tipo Telefunken.
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