Page 318 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




                  Le prime radio spie

                  Le applicazioni della radio si moltiplicano durante il conflitto, fino a precorrere impieghi
                  che diverranno “popolari” nei decenni successivi, soprattutto durante il secondo conflitto
                  mondiale
                  La possibilità di realizzare radio ricevitori molto compatti, particolarmente idonei a inter-
                  cettare stazioni radio nemiche, era nell’aria ancor prima dell’inizio del conflitto e veniva,
                  ad esempio, prospettata alle autorità militari italiane da Don Domenico Argentieri, nel
                  corso del 1914 e reiterata l’anno successivo. Il dispositivo di Argentieri utilizzava come
                  antenna i conduttori telefonici o dell’energia elettrica ai quali doveva in qualche modo
                  collegarsi. L’Esercito italiano, dopo l’esame del dispositivo effettuato dall’Istituto Radio-
                  telegrafico militare, non ritenne il dispositivo praticamente utilizzabile.
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                  A guerra inoltrata, cioè alla fine del luglio 1917, spunta invece un ricevitore portatile,
                  estremamente compatto, di provenienza nemica. I diari della Sezione R riportano la no-
                  tizia delle prove condotte su di un dispositivo radio a forma di penna stilografica, non si
                  sa se sottratta a qualche spia catturata o ritrovata in altri bottini.  Il 6 agosto successivo,
                                                                              91
                  la Sezione U dirama una circolare, basata sul rapporto del Reparto, in cui si descrive
                  «uno speciale apparecchio d’ascolto radiotelegrafico dissimulato in una finta penna sti-
                  lografica allo scopo di intercettare dispacci di piccole stazioni radiotelegrafiche».  Nel
                                                                                               92
                  documento pubblicato sono contenuti alcuni particolari tecnici sul funzionamento della
                  penna, progenitrice dei moderni “gadget alla 007”.
                   Secondo la circolare, la penna è poco più grande di una comune stilografica dell’epoca
                  e conterrebbe «un completo apparecchio ricevitore che può essere impiegato per intercet-
                  tare segnalazioni in un raggio di 10 - 15 chilometri». La ricezione si effettua accostando
                  la penna all’orecchio, ma nel contempo è necessario collegare l’apparecchio a terra,
                  premendo su oggetti metallici infissi nel terreno, una placchetta inserita sotto una scarpa
                  della spia e collegata al ricevitore mediante fili che attraversano i vestiti della stessa per-
                  sona. Contemporaneamente, quest’ultimo o quest’ultima deve tenere sollevato un bastone
                  - ovvero, si suppone, un ombrellino nel caso femminile - in cui è celata l’antenna anch’es-
                  sa collegata al ricevitore in modo analogo.
                  Per sintonizzare il ricevitore, occorre ruotare il “cappuccio” della penna che comanda
                  un’induttanza variabile nascosta nel dispositivo. Insomma un agente segreto, anche se
                  molto ben addestrato, avrebbe molte difficoltà a compiere tutte queste operazioni nello
                  stesso tempo. Inoltre, egli non si troverebbe con le mani libere per annotare i segnali rice-
                  vuti, come è indispensabile se si tratta di dispacci cifrati.
                  Secondo la circolare, la penna conterrebbe anche una valvola “audion” con batteria a
                  secco per la sua alimentazione, ma è probabile che la circolare non abbia riprodotto pre-
                  cisamente la nota del Reparto crittografico. Tenendo conto del grado di miniaturizzazione
                  ottenibile all’epoca per una valvola di questo tipo e dello spazio necessario per le pile di
                  alimentazione, l’allocazione più idonea dell’amplificatore sarebbe stata in altro conteni-
                  tore eventualmente indossato dalla spia.
                  La larga diffusione conferita alla notizia persegue lo scopo di mettere in guardia le unità
                  combattenti dal pericolo rappresentato dallo spionaggio nemico, sempre incombente.


               90   Comando del Corpo di Stato Maggiore, Reparto Intendenza, Promemoria per S.E. il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito,
               Oggetto: Apparecchio radioricevitore per radio telegrammi del Prof. Don Argentieri, 11 maggio 1915, AUSSME, fondo
               F4 Uff. Serv. busta.8
               91   Diari della Sezione R, op. cit., 27 luglio 1917, AUSSME, fondo B1, 101S, Vol.288d.
               92   Ufficio Informazioni, Sezione U, Oggetto: Intercettazione di dispacci di piccole stazioni radiotelegrafiche con apparec-
               chi d’ascolto dissimulati in finte penne stilografiche, Circolare riservata Prot.N° 9763 del 6 agosto 1917,

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