Page 323 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CaPItoLo DoDICEsIMo


                                           Le Grandi Battaglie del 1917 al Fronte Italiano




                  12.1 L’UNDICESIMA BATTAGLIA DELL’ISONzO

                  La presa deLLa bainsizza
                  Le Stazioni ricetrasmittenti italiane nella zona di guerra, alla fine di giugno del 1917, ammon-
                  tano complessivamente a circa 110, con una distribuzione lungo l’arco del fronte che si evince
                  dalla figura 12.1.  In particolare, la rete della 2  Armata comprende un totale di 23 ricetrasmetti-
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                  tori istallati e funzionanti, di cui poco meno della metà hanno potenza uguale o inferiore a  200
                  W e assicura i collegamenti interni ed esterni all’Armata.  Le altre Armate italiane sono munite
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                  di ricetrasmettitori approssimativamente nella stessa misura della 2 , mentre presso il Comando
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                  Supremo operano tre stazioni più quelle d’ascolto e di riserva.
                  Il traffico in rete è molto sostenuto e l’elevato numero di dispacci cifrati viene attentamente control-
                  lato dalle stazioni d’ascolto austroungariche disposte lungo lo stesso fronte in maniera così capillare
                  da intercettare spesso lo stesso dispaccio anche cinque o sei volte da diverse stazioni d’ascolto.
                  Ciò nonostante, durante l’accurata preparazione dell’undicesima battaglia dell’Isonzo, la “spal-
                  lata” italiana scattata il 17 agosto 1917 che porta alla conquista dell’Altopiano della Bainsizza e
                  del Monte Santo, i dispacci di carattere operativo sono rigorosamente istradati su linee fisiche o
                  mezzi di comunicazione diversi dalla radio, utilizzata comunque per svolgere altri tipi di servizio.
                  Perciò, nonostante l’elevato numero di radiotelegrammi cifrati intercettati dalle stazioni austriache,
                  i Penkala non riescono a dedurre alcun indizio utile per prevedere l’imminente offensiva italiana. 3
                  Subito dopo la conquista dell’altopiano, la rete radio viene ampliata per servire le unità di pre-
                  sidio nell’area occupata e comprende, tra l’altro, una nuova stazione installata sul Monte Santo
                  che serve i comandi della Brigate Udine e Forlì e l’osservatorio del II CdA.
                  In poco più di tre mesi, il numero di stazioni radio italiane diviene pari a circa 180 di cui 34 di
                  potenza limitata, per la maggior parte da 50 W, dislocate in posizioni avanzate.  Il traffico radio
                                                                                           4
                  aumenta d’intensità e parallelamente cresce il lavoro delle stazioni intercettatrici austrounga-
                  riche. Tuttavia, almeno finché dura la guerra di posizione, i dispacci decrittati, specie al fronte
                  dell’Isonzo, non contengono alcuna notizia utile per l’Intelligence nemica.



                  una pesante accusa per i penkaLa
                  Nei primi giorni di settembre, subito dopo la conclusione della battaglia, l’impossibilità di ot-
                  tenere dai Penkala qualsiasi informazioni utile riguardante l’attacco italiano determina, la ri-
                  chiesta del generale Boroevic, Comandate delle due Armate dell’Isonzo, cioè della zona ove era

                  1   ISCAG, Racc. 238.
                  2   Il comando dell’Armata dislocato a Cividale è collegato via radio con la sede del Comando Supremo, così come con gli
                  altri comandi d’Armata e con i Comandi di CdA e di Divisione dipendenti, oltre che con postazioni difficilmente raggiun-
                  gibili mediante altri mezzi..
                  3   M. Ronge, Der Radiohorch, op cit., p.27. I dispacci con contenuto diverso intercettati dagli Austriaci ammontavano
                  in tutto il fronte a diverse centinaia al mese. Per esempio, dal marzo fino al 23 ottobre del 1917, il Penkala di Marburgo
                  avrebbe “lavorato” in un mese poco più di 200 dispacci italiani, non ripetitivi. (M. Ronge, Der Radiohorch, op cit., p.23).
                  4   Ispettore Generale del STM, Relazione tecnica sul Servizio Radiotelegrafico dell’Esercito operante durante la Guerra
                  Italo - Austriaca, (1915 -1919), p. 5, ISCAG, Racc. 223, Le stazioni RT sono: 4 fisse, 46 campali con potenza maggiore
                  o uguale a 1,5 KW,  25 da 500 W someggiabili, 8 da 300 W della S.F.R., 42 da 200 W in cofano e 76 con potenza pari o
                  inferiore a 200 W. Nel numero totale sono comprese 13 stazioni destinate alla radiogoniometria e all’ascolto.


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