Page 326 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
sure adottate. Un cenno a qualche esito positivo è invece contenuto nelle Memorie del Generale
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von Below, ove questi racconta di aver appreso da intercettazioni radio che «il nemico aveva
mandato rinforzi sul Matajur e sullo Xum indicati come obiettivi (dell’attacco in preparazione)
da quel manigoldo del rumeno Maxim».
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In definitiva si può ritenere che le intercettazioni radio, pur quantitativamente notevoli, abbiano
fornito agli Austro Tedeschi, anche alla vigilia della dodicesima battaglia dell’Isonzo, notizie
complessivamente poco significative dal punto di vista operativo.
Per quel che riguarda le radio comunicazioni nell’Esercito austro ungarico, le intercettazioni
italiane riprese nell’ottobre del 1917, dimostrano come un loro limitatissimo impiego sia stato
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concesso solo ad alcuni comandi. D’altra parte numerose autorevoli testimonianze mostrano
come la maggior parte delle unità combattenti, comprese sicuramente le divisioni, fossero prive
di radio. Il Generale austriaco Alfred Krauss comandante del Corpo che, nell’ambito della XIV
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Armata austro tedesca, ha il compito di attaccare le linee italiane nella conca di Plezzo, fornisce
una prova molto precisa a questo proposito: con riferimento al mancato successo nella zona del
Rombon e del Vrsic, ove le sue truppe erano state ostacolate, nel primo giorno dell’attacco, da
una tenace resistenza italiana e dal cattivo tempo, egli scrive testualmente:
avevo richiesto invano delle stazioni (radio) telegrafiche per mantenere comunque nel corso
delle operazioni i collegamenti di comando avanzati. Non le avevamo ricevute […] eravamo
senza alcun collegamento a causa del maltempo che aveva reso inutilizzabili in brevissimo
tempo tutte le linee telegrafiche. Non arrivavano notizie dai reparti avanzati, né il comando
del Corpo d’Armata era in grado di inviare rapporti a quello d’Armata oppure a Marburgo.
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Poi, per ribadire la mancanza di collegamenti radio, Krauss aggiunge:
I Tedeschi avevano stazioni senza fili presso tutte le Divisioni, erano perciò sempre quanto
meno collegati. 16
Inoltre, il Generale Otto von Below, Comandante della XIV Armata austro - tedesca, lamenta
nelle sue memorie che la 1 Divisione austriaca, posta ai suoi ordini, «mancava di mitragliatrici
a
leggere, di stazioni radio e di cavalli». L’assenza di radio nelle unità austroungariche è confer-
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mata anche dal Capo di SM della stessa Armata, Generale Konrad Kraft von Delmessingen, in
alcuni passi del suo libro sulle vicende belliche qui esaminate. 18
In realtà, le intercettazioni italiane dimostrano, come si vedrà tra poco, la ripresa avvenuta pro-
prio in questo periodo delle comunicazioni radio dell’Esercito austroungarico, con un numero di
stazioni esiguo e un traffico quantitativamente molto limitato,
11 O.J.Horak, Oberst a. D, Andreas Figl, op. cit., p. 147.
12 Francesco Fadini, Otto von Below, Caporetto dalla parte del vincitore, Il Generale Otto von Below e il suo diario inedito,
Mursia, 1992, p. 241. Il Tenente Maxim era un disertore che aveva reso noti agli Italiani i piani dell’attacco. Il silenzio di
Figl su questi risultati si presta a diverse illazioni, compresa un’eventuale reticenza nei suoi confronti da parte dei colleghi
del Penkala della XIV Armata, dopo il loro distacco presso il Comando tedesco.
13 Si veda la già citata relazione della Sezione R agli Alleati.
14 Probabilmente per concessioni di comandi più permissivi in questo senso, come quello di Boroevic.
15 L’intera frase è contenuta nella relazione di Alfred Krauss dal titolo, Lo sfondamento di Plezzo, settembre – novembre
1917, traduzione in italiano, AUSSME fondo E12, busta 127 e nel libro di, Alfred Krauss, Le cause della nostra disfatta,
Itinere Progetti, Bassano del Grappa, 2014, p. 193. La parola “radio” è stata aggiunta tra parentesi prima di “telegrafiche”
perché risulta evidente dal contesto di tutto il discorso.
16 .ibidem, Le linee telegrafiche e telefoniche italiane erano state distrutte dai tiri d’artiglieria o interrotte dai reparti in
ritirata. Linee telefoniche volanti per i collegare i reparti tedeschi e austriaci erano abbattute e interrotte per il mal tempo.
17 F. Fadini, Otto von Below, op.cit., p. 242.
18 Konrad Kraft von Delmessingen: 1917 Lo sfondamento dell’Isonzo, Mursia, 1981, p.111, 213, 280.
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