Page 325 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO DODICESIMO
La contrarietà – piuttosto che una semplice “antipatia” – manifestata da Boroevic sembra giusti-
ficata non soltanto dall’impiego del mezzo radio da parte Italiana sul fronte dell’Isonzo, più ra-
zionale e oculato di quanto fosse possibile nelle zone montagnose del Trentino - Alto Adige, ma
anche dalla tendenza del Generale all’impiego della radio, almeno nel suo settore d’operazioni,
per comunicare piuttosto che per ascoltare inutilmente i dispacci nemici. Egli non aveva tutti i
torti, se non dal punto di vista crittografico, sicuramente in previsione della guerra di movimento
che sarebbe iniziata tra breve proprio sull’Isonzo.
Infatti, nubi minacciose foriere di una prossima tempesta si andavano addensando sul capo
dell’Esercito italiano, perché proprio la sconfitta della Bainsizza induceva i Comandi austroun-
garici, timorosi di non poter sostenere un ulteriore attacco, a chiedere l’appoggio dei loro alleati
Tedeschi per un’offensiva in grande stile tendente ad allontanare l’imminente minaccia, median-
te lo spostamento del fronte in posizioni più lontane dall’obiettivo italiano costituito principal-
mente dalla città di Trieste.
12.2 PREPARATIVI PER LA DODICESIMA BATTAGLIA DELL’ISONzO
Inizia qui un’analisi sul ruolo della Radio Intelligence durante le drammatiche vicende che han-
no determinato lo sfondamento operato della XIV Armata austro - tedesca nella zona di Plezzo
e Tolmino e costretto l’Esercito italiano ad arretrare fino alla linea del Piave e del Grappa. Le
informazioni ottenute, in queste circostanze, mediante le intercettazioni telefoniche fanno parte
di un capitolo successivo.
Luci e ombre deLLa preparazione austriaca
In previsione della riuscita dell’attacco pianificato e della conseguente transizione a una guerra
di movimento, gli Austroungarici dedicano molta cura nel preparare gli spostamenti delle stazio-
ni di intercettazione e dei Penkala.
Figl e Ronge descrivono, con dovizia di particolari, l’organizzazione del servizio predisposto in
vista dell’offensiva, compresa l’attribuzione al comando della XIV Armata austro - tedesca che
sarà la protagonista dell’attacco, di un Penkala e di un raggruppamento radiotelegrafico mobile;
il «Penkala AOK XIV», comandato da un Ufficiale austriaco, comprende personale dei due
eserciti e dispone di quattro stazioni di intercettazione due tedesche e due austriache.
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Lo stesso Ronge, chiamato il 7 ottobre a rapporto dall’Imperatore Carlo che «s’interessa viva-
mente di questi preparativi», si reca poi al fronte ove ispeziona le stazioni, rimanendovi fin dopo
l’inizio dell’attacco «per assicurarsi che il servizio radiotelegrafico funzioni egregiamente».
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Complessivamente, sul fronte dell’Isonzo sono schierati due Penkala, otre quello di Marburg, e
una trentina di stazioni intercettatrici. 10
Naturalmente, le cure dedicate da Ronge ai sistemi considerati utili per l’Intelligence non ri-
guardano la preparazione dei mezzi di radio comunicazione tra le unità che si predispongono
all’attacco, dei quali egli non è responsabile.
Nonostante il grande dispiegamento di mezzi, Ronge non accenna ad alcun risultato pratico otte-
nuto con la radio intercettazione, prima della battaglia, e anche Figl afferma di non aver ricavato
indizi utili per scoprire quanto gli italiani sapessero sui piani di attacco e le eventuali contromi-
1915) e ai movimenti deI IV C d A. dell’8 e 9 settembre 1917.
8 O.J.Horak, Oberst a. D, Andreas Figl, op. cit., p.189. Il Comandante del Penkala AOK XIV è il Capitano Karl Kovacevic.
9 M. Ronge, Spionaggio, op. cit., p.312 - 313.
10 M. Ronge, Der Radiohorch, op cit., Annesso 34.
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