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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               mente una copia delle “Memorie crittografiche” di quest’ultimo donatagli dal suo amico tedesco
               Herbert Flesch  e aveva sicuramente consultato il libro di Ronge.
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               In definitiva, nonostante alcune imprecisioni riguardanti per esempio le date degli incontri av-
               venuti in Italia tra Sacco e Cartier, l’opera di Kahn contiene informazioni di prima mano che
               torneranno utili, anche nel seguito di questo libro, per ricostruire la storia delle intercettazioni e
               decrittazioni al fronte italiano.
               Riguardo al giudizio sull’efficacia delle attività svolte dai Servizi crittografici italiano e austria-
               co nella Grande Guerra, l’Autore dimostra, senza alcun dubbio, un equilibrio superiore rispet-
               to alle valutazioni precedenti. Tuttavia, nella conclusione dei paragrafi dedicati a questo tema,
               anch’egli cita la ben nota frase della Commissione e conferisce perciò all’Austria - Ungheria
               «una preponderanza nel successo dell’analisi crittografica nel fronte meridionale», nonostante
               ne riconosca il declino nell’ultimo anno di guerra.
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               punti di vista uniLateraLi
               L’“offensiva” austriaca sul tema della lotta crittografica durante la Grande Guerra prosegue fino
               ai giorni nostri, come è dimostrato da libri e articoli di recente pubblicazione.
               Si cita a questo proposito un libro di Albert Pethö edito nel 1998, contenente una dettagliata
               documentazione frutto di un approfondito esame degli archivi soprattutto viennesi e della vasta
               letteratura disponibile negli anni Novanta, con l’eccezione del Manuale di Luigi Sacco che non
               viene mai menzionato. 62
               Il libro spazia dalla fondazione dell’Evidenzbureau nel 1850 fino all’amara conclusione della
               Grande Guerra, con «l’armistizio così mal preparato di Villa Giusti».  Alle intercettazioni radio
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               e telefoniche e alle decrittazioni dei dispacci radio telegrafici sul fronte terrestre indicato dagli
               Austriaci con la sigla SW (Sud occidentale) è dedicato un vasto capitolo ricco di informazioni.
               Questa parte dell’opera ispirata nel suo insieme, per ammissione dello stesso Autore, «dall’atti-
               vità del nonno durante la Grande Guerra»,  riflette prevalentemente il racconto e le idee espres-
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               se dal Ronge nelle memorie del 1943, come testimoniano i numerosissimi riferimenti a queste
               ultime. Un intero capitolo è dedicato infatti a dimostrare l’indiscussa superiorità austriaca nella
               crittografia militare e i grandi meriti acquisiti dal „Dechiffrier - dienst“ (Servizio di decritta-
               zione) ai fini della condotta delle operazioni durante il conflitto, accennando appena ad alcune
               polemiche interne all’Esercito austriaco, riguardanti l’efficacia ai fini bellici dell’enorme mole
               di intercettazioni e dello sforzo di decrittazione del traffico radio italiano.

               L’articolo pubblicato nel 2000 nella rivista Cryptologia a nome di J. R. Schindler  non merite-
                                                                                           65
               rebbe, di fatto, alcuna citazione per l’incredibile superficialità che induce l’Autore a commettere
               numerosi errori di carattere storico oltre che crittografico. Lo scritto è qui menzionato solo per
               dimostrare la continuità fino a tempi recenti di un atteggiamento polemizzante talvolta poco
               razionale. In particolare, la tesi della superiorità del servizio di decrittazione austriaco rispetto a
               quello di tutti gli altri dei Paesi in guerra, tanto da conseguire i più eclatanti successi crittologici
               di tutto il conflitto, non è assolutamente dimostrabile.



               60   O.J. Horak, op. cit. p.53.
               61   Davis Kahn, The Codebreakers, op. cit., p. 320.
               62   A. Pethö, Agenten für den Doppeladler Österreich-Ungarns geheimer Dienst im Weltkrieg, Leopold Stocker Verlag, Graz
               - Stuttgart, 1998. Edizione italiana: I Servizi Segreti dell’Austria Ungheria, LEGUERRE, 2001.
               63   A. Pethö, I Servizi segreti, p.195.
               64   ibidem, p.11.
               65   J. R. Schindler,  A hopeless struggle: austro - hungarian cryptology during World War I, Cryptologia - 24(4), 2000, pp.
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