Page 41 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CaPItoLo sECoNDo
Origini del Servizio Informazioni
dell’Esercito Italiano
2.1 LO STATO MAGGIORE PIEMONTESE E L’ATTIVITA’ DI “INTELLIGENzE”
iL corpo reaLe deLLo stato maggiore generaLe deLL’armata sarda
Il Servizio Informazioni militare italiano trae le sue origini da quello istituito presso il Regno di
Sardegna da Vittorio Emanuele I. I Savoia, rientrati a Torino nel 1814 dopo la parentesi napo-
leonica, diedero inizio a un’opera di ricostruzione dell’esercito che incluse la riforma dell’alto
comando. Il decreto del 12 novembre 1814 istituì il Corpo Reale dello Stato Maggiore Generale,
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con organizzazione e funzioni regolamentati da apposite Determinazioni, contenenti anche spe-
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cifiche disposizioni relative all’attività di “intelligenze”. A capo del Corpo fu nominato un colon-
nello denominato “Quartier mastro generale”, incarico affidato nel 1819 a un maggior generale
e, poi nel 1830, a un luogotenente generale.
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Tra le attribuzioni del Corpo vi erano precise disposizioni, riconducibili all’attività informativa,
da attuarsi in tempo di guerra, quali l’acquisizione d’informazioni sugli eserciti avversari, le
ricognizioni riguardanti il territorio sul quale erano previsti movimenti di truppe, la definizione
dei requisiti delle opere fortificate, la tutela della segretezza delle operazioni, l’interrogatorio e
lo scambio di prigionieri col nemico. Anche in tempo di pace si prevedevano ricognizioni svolte
da ufficiali dei reparti operativi, «con l’indicazione dei siti che si hanno da percorrere e dei lavori
topografici, statistici e militari che si debbono eseguire».
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Il regio brevetto di riordino del Corpo di Stato Maggiore intitolato Regolamento pel Real Corpo
di Stato Maggiore Generale della Regia Armata del 6 ottobre 1831, stabiliva i compiti del
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Quartier mastro generale, a cui spettava, in particolare, la presentazione dei documenti necessari
a «dirigere il Capo delle Regie Armate nell’uso delle forze militari del Regno, con la facoltà di
conferire direttamente col Sovrano ed il Ministro della Guerra».
Secondo tale normativa, il Corpo di Stato Maggiore nei periodi di pace doveva dedicarsi princi-
palmente alla raccolta di informazioni, specie topografiche e militari, utili a realizzare e illustrare
il piano strategico dello Stato, mediante sia la perlustrazione di «ogni parte del Regno, e più
quelle che sono più esposte all’aggressione del nemico, o che più importa di conoscere per li casi
di guerra», sia il rilevamento del terreno «disegnando la figura de’ luoghi più notabili per riguar-
La storia dei corpi dell’Esercito Italiano fa risalire le tradizioni del vertice della forza armata al Corpo Reale di Stato
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Maggiore dell’Armata Piemontese, istituito nel 1796. Secondo l’”Annuario Ufficiale” del 1862: «Esistevano prima del
1865 due distinti Stati Maggiori, uno per la Cavalleria e l’altro per la Fanteria, che si mantennero, però non costituiti in
corpo stabile, fino al 1796, anno in cui con R. Viglietto 19 novembre si formò un Corpo di Stato Maggiore Generale dell’Ar-
mata, che riuniva eziandio la Direzione Superiore della Topografia Reale, e continuò così fino al 1798».
Determinazioni di S.M. per la nuova formazione, regolamento e doveri del Corpo dello Stato Maggiore Generale, Atto
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del governo n. 407 del 26 giugno 1816, pp. 815-837.
Con regio decreto del 18 maggio 1850 il Real Corpo di Stato Maggiore Generale cambiò denominazione in Corpo Reale
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dello Stato Maggiore e la carica di Quartier mastro fu soppiantata da quella di Comandante generale (“Giornale Militare”
del 1850, p. 335).
Le attribuzioni dello Stato Maggiore Generale in tempo di guerra comprendevano «il servizio delle spie, delle guide e
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dei corrieri». Il Quartier mastro doveva far tenere dai suoi ufficiali appositi registri «per la corrispondenza segreta» e delle
«relazioni dei posti avanzati, delle spie, degli esploratori, dei disertori o parlamentari».
“Giornale Militare” del 1831, pp. 95-129.
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