Page 363 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO TREDICESIMO
Informazioni del CS e il Comando della 3 Armata che sostiene l’impossibilità di impiegare per
a
la trasmissione di fonogrammi i cifrari “D” e “R” o altri numerici dello stesso tipo.
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13.3 I RADICALI CAMBIAMENTI AUSTRIACI
L’apertura aLLe radiocomunicazioni
Nel marzo del 1918, si verifica la ripresa dell’impiego della radio da parte dell’Esercito austria-
co, con l’abrogazione delle precedenti disposizioni restrittive, e l’emanazione di nuove regole
per la corrispondenza e la cifratura valide per le stazioni radio che operano dai livelli più alti fino
alle Divisioni.
I motivi del cambiamento non sono del tutto chiari. A favore dell’abbandono di una “strategia”,
divenuta ormai del tutto singolare nella pratica degli eserciti belligeranti, può certamente aver
influito il convincimento dell’utilità delle radio comunicazioni. acquisito attraverso le esperienze
precedentemente ricordate, e/ovvero la “spinta” degli alleati Tedeschi. Tuttavia, nei mesi suc-
cessivi, l’impiego della radio subisce un andamento oscillante, determinato dal contrasto tra
indirizzi di carattere generale e misure imposte dagli avvenimenti che si verificano al fronte, ma
probabilmente anche sintomo della divergenza di vedute tra gli alti comandi.
II sistema di cifratura introdotto per le stazioni radio, entra in vigore dal 20 marzo 1918 ed è
basato sull’impiego del Codice tecnico “ignaz” già menzionato perché in gran parte noto agli
Italiani e di un nuovo repertorio disordinato a tre cifre (3stelliger Radiocodex). E’ anche prevista
la possibilità di usare una tabella di sopracifratura costituita da una serie disordinata di numeri
a tre cifre da addizionare a quelli del repertorio, cominciando per ogni dispaccio da un numero
della tabella scelto a caso e indicato all’inizio del telegramma. Non è noto se e quanto la tabella
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sia stata applicata nella pratica.
Il 20 aprile accade però un evento inaspettato: viene intercettato dagli Austriaci un dispaccio
italiano in cui si accenna alla trasmissione al Servizio Informazioni di Verona delle notizie ri-
cavate dall’intercettazione - e decrittazione - di un telegramma nemico (austriaco). I Comandi
austroungarici impartiscono perciò alle Armate dell’Isonzo l’ordine di “piombare” i propri tra-
smettitori, impedendo quindi ogni tipo di trasmissione radio ed estendono lo stesso divieto alle
Stazioni della Marina.
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I motivi per i quali la proibizione è limitata alle unità sopra indicate non sono noti, ma a prescin-
dere dalle condizioni orografiche dei territori in cui operano le altre Armate austriache, potreb-
bero confermare la già accennata maggiore propensione all’uso della radio da parte delle Armate
dipendenti da Boroevic e di quelle navali.
Si rileva inoltre come il Servizio Informazioni austriaco non avesse, fino a quella data, una com-
pleta consapevolezza sulla capacità di decrittazione acquisita, ormai da tempo, dagli italiani e
decida di imporre una soluzione così radicale, incompatibile con la riconosciuta «importanza di
rendere regolare il servizio radio per gli Alti Comandi». 38
L’impiego del 3stelliger Radiocodex, a cui probabilmente si riferiva l’RTG italiano intercettato,
ha perciò una durata limitata, almeno in gran parte del fronte, ma anche l’imposizione della
piombatura non gode di lunga vita. Si sa infatti con certezza che prima della battaglia del Solstizio,
cioè dalla fine di maggio, il traffico radio austroungarico riprende in maniera vigorosa.
a
35 Comando della 3 Armata, Linee e comunicazioni telefoniche, Prot. R.I. 2892 del 26 agosto 1918, AUSSME, fondo E2,
busta 89.
36 J. Prikowitsch, op. cit., p. 426 e s.
37 M. Ronge, Der Radiohorch, op. cit., p.30.
38 ibidem, nota 2
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