Page 364 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
Viene inoltre regolamentato l’impiego dei cifrari per le
piccole stazioni radio, lasciato in precedenza all’iniziativa
delle singole divisioni o di reparti inferiori, con risultati
non soddisfacenti dal punto di vista della sicurezza. La
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diffusione della radio anche all’interno delle Divisioni,
impone di stabilire norme più accurate, soprattutto per gli
aspetti crittografici.
Perciò, oltre al controllo centralizzato da parte del “Gruppo
cifra” dell’Evidenzbureau di ogni nuovo cifrario proposto
dalle singole unità o dal Comando dei telegrafi militari,
analogamente a quanto avviene per i cifrari italiani, si as-
siste, nel giugno del 1918, all’emissione di alcuni codici
per l’impiego generalizzato in ambito divisionale.
Si tratta di cifrari di dimensioni limitate, irregolari, ma con
gruppi cifranti fissi nel tempo e spesso anche nello spazio
cioè validi per l’intero fronte o per singole Armate. L’e-
levata probabilità di cattura fa si che questi cifrari siano
facilmente “compromessi” e quindi non più utilizzabili .
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Soltanto nel luglio del 1918, viene adottata una metodolo- 13.11 Copertina della prima edizione
del cifrario Schlüsselheft
gia che consente di ovviare a questo grave inconveniente,
mutuandola da un sistema cifrante operativo nell’Esercito
tedesco dal gennaio dello stesso anno.
signaLordung e schLüsseLheft
Il nuovo sistema consta di due parti. La prima, denominata “Signalordung” (disposizioni per le
segnalazioni), è contenuta in un libretto che detta le regole da adottare per l’impiego delle comu-
nicazioni in ambito divisionale. La seconda è il cifrario vero e proprio denominato “Schlüsselheft”
(quaderno per cifrare) munito di due tabelle per la sopracifratura, rispettivamente cifrante e de-
cifrante, chiamate Geheimklappe (fazzoletto segreto).
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Nella figura 13.11 si mostra la copertina della prima edizione del repertorio, utilizzabile in radio-
telegrafia come per comunicazioni telefoniche, segnalazioni luminose e telegrafia attraverso il
suolo, contenente anche i segnali visivi ottenuti per mezzo di strisce di tela stese sul terreno per
trasmettere informazioni agli aerei in volo. 42
Il repertorio è ordinato e molto semplice. Si tratta in tutto di 38 pagine che contengono: il voca-
bolario in ordine alfabetico di cui la prima pagina è riprodotta nella figura 13.12; l’elenco delle
lettere, delle sillabe dei numeri; alcuni brevi messaggi standard da usare in combattimento; una
serie di abbreviazioni e un elenco in bianco, da redigersi a cura di ciascun comando inserendovi
i nomi militari e di località di proprio interesse. In tutti gli elenchi non vi sono tracce di omofoni.
Un repertorio di questo tipo non fornisce alcuna garanzia di segretezza ed è utilizzabile come
tale solo in particolari circostanze, per esempio per brevi comunicazioni con gli aerei in volo.
39 J. Prikowitsch, op. cit., p 431.
40 Nel 1918 alcuni cifrari austriaci sono risultati rapidamente “compromessi” dopo l’emissione. Ad esempio, il cifrario “M”
diffuso in un numero di esemplari maggiore dei precedenti cifrari dello stesso tipo – a circa 200 reparti – si considera non
più sicuro non molto tempo dopo l’emissione e si introdurranno tabelle cifranti e decifranti per cercare di proteggerlo (J.
Prikowitsch, op. cit., p 416).
41 L’intero cifrario è riportato nel già citato libro non pubblicato di F. Sinagra da cui sono tratte le figure qui pubblicate.
42 Per queste applicazioni gli Italiani usavano cifrarietti ad hoc (si veda ad esempio AUSSME fondo E1, busta 111) e non
mancano esempi di cifrari a impiego multiplo comprendente anche la radiotelegrafia, quando questa inizia a diffondersi nei
reparti più avanzati.
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