Page 366 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
A tutto ciò può aver contribuito
lo sforzo dei critto analisti teso
non solo a penetrare i segreti ne-
mici, ma anche a utilizzarli per
migliorare i propri sistemi, favo-
rito anche dalla concentrazione
in un’unica organizzazione dei
progettisti e dei violatori di codi-
ci, per la convinzione abbastanza
diffusa, derivante in gran parte
dall’esperienza acquisita durante
la Grande Guerra, che «solo un
critto analista esperto può giu-
13.13 Fazzoletto cifrante e decifrante compilato
dicare la sicurezza di un sistema
crittografico». 44
Anche nell’Esercito italiano in cui, come illustrato nei precedenti capitoli, il compito di proget-
tare nuovi sistemi crittografici era affidato, all’inizio del conflitto, a enti diversi ciascuno con
limitate competenze crittografiche, si giunse lentamente ad accettare il principio che il disegno
dei nuovi cifrari fosse concentrato in un unico Reparto, lo stesso costituito inizialmente solo per
la decrittazione dei dispacci nemici.
Come testimoniato dallo stesso Givierge e poi da Kahn, uno dei momenti in cui si manifesta
chiaramente una tendenza evolutiva comune a molti eserciti si può individuare in corrisponden-
za all’abbandono, seppure non totale, delle tecniche di sostituzione o trasposizione e delle loro
numerose varianti adottate nei primi anni di guerra per le comunicazioni dei reparti subordinati.
In sostituzione di tale tipologia di cifrari, tra la seconda metà del 1917 e l’inizio del 1918, si
passa a brevi codici regolari con sopra cifratura e nel corso dell’ultimo anno di guerra anche a
codici disordinati con e più spesso senza sopracifratura, come testimoniato anche da Sacco che
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afferma: «verso la fine della guerra, nelle grandi unità terrestri si adottarono repertori intervertiti
di 1000 - 4000 gruppi cifranti, cambiati ogni due o tre settimane quelli non sopra cifrati, ogni due
o tre mesi quelli sopra cifrati». 46
La linea di tendenza sopraindicata si riscontra anche nell’evoluzione dei cifrari italiani e austria-
ci, con una netta superiorità dei primi per la forza innovatrice della soluzione adottata e per la
tempistica di adozione, come si deduce chiaramente da quanto illustrato nei precedenti paragrafi
.
13.4 L’EFFICACIA DELLA “RADIO INTELLIGENCE” ITALIANA
intercettazioni e radiogoniometria
I brillanti risultati ottenuti dalla 1 Sezione Radiogoniometrica. nel novembre e dicembre dell’an-
a
no precedente proseguono nel 1918 mediante la rete d’ascolto e radiogoniometrica compren-
dente ora anche alcune stazioni mobili una delle quali è riprodotta nella figura 13.14. A questo
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proposito, nella già citata relazione della 1 Sezione Radiogoniometrica si legge:
a
44 F.L. Bauer, op. cit. p. 207, Massima N°2 della crittologia.
45 M. Giviérge, Questions de Chiffre, op.cit.,p. 15; D. Kahn, The Codebreakers, op. cit., p.314 -315.
46 L. Sacco, Manuale, op. cit., p.285.
a
47 1 Sezione Radiogoniometrica, Relazione sull’operato, op. cit., p.3.
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