Page 370 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
almeno dal 15 giugno 1918, e la sua partecipazione all’individuazione e localizzazione delle
stazioni RT nemiche nei primi giorni della battaglia è testimoniata da una breve relazione da lui
redatta nella zona di guerra, il 18 dello stesso mese, in cui informa preliminarmente che: «l’atti-
vità radiotelegrafica nemica si è risvegliata il giorno 28 maggio; fino alla mattina del 15 giugno
tutte le stazioni vennero radio goniometrate nella regione tra il Brenta e il Piave, con prevalenza
nella regione Feltre, Fronzaso, Primolano». 51
Sacco descrive poi lo sviluppo delle radio comunicazioni austriache nei giorni dal 15 al 18, in-
dividuando quattro gruppi di stazioni principali, localizzati secondo quanto risulta dalla cartina
di figura 13.16, allegata alla sua relazione. Il primo gruppo si trovava nella suddetta regione di
Feltre e corrispondeva alla XI Armata austro ungarica; il secondo nelle località di Conegliano,
Vittorio, e Sacile, località ove operava la VI Armata; il terzo nella zona di Motta di Livenza e fa-
ceva parte della V armata; il quarto gruppo in una posizione arretrata rispetto al fronte, ad oriente
del medio Tagliamento, con tre stazioni attive, potrebbe corrispondere al comando di Boroevic.
Oltre a rilevare le posizioni delle emittenti austriache, Sacco si impegna nella decrittazione dei
dispacci intercettati e nel suo Manuale descrive le caratteristiche principali del nuovo cifrario
introdotto dagli Austriaci il primo giorno dell’attacco, definito come «intervertito di mille gruppi
di tre cifre» non sopra cifrato, quindi analogo - ma non uguale - al “3stelliger Radiocodex” di cui
si è discusso al paragrafo 13.3, senza l’impiego di sopracifratura.
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Probabilmente, tenendo conto della resistenza opposta agli analisti da cifrari disordinati, anche
senza sopracifratura, i Comandi austriaci ritenevano che il tempo necessario agli Italiani per
risolvere il nuovo cifrario introdotto il giorno 15 giugno, avrebbe superato di gran lunga la
durata della battaglia iniziata con ambiziosi traguardi da raggiungere in pochissimi giorni. Non
avevano però tenuto conto della gagliarda resistenza opposta dall’Esercito italiano né, per gli
aspetti crittografici, della “leggerezza” di un telegrafista che invece di ricercare nel vocabolario i
gruppi cifranti corrispondenti a intere parole, preferiva cifrare lettera per lettera, come gli veniva
più comodo, essendo le lettere raggruppate all’inizio del repertorio. Infatti, Sacco racconta che:
dopo i primi giorni di uso piuttosto razionale del cifrario, cominciarono fortunatamente a
intercettarsi dei radio in cui l’abbondanza delle ripetizioni denotava l’uso frequente del cifra
mento lettera per lettera […] Il 20 giugno vennero intercettati due radio (di tale tipologia N.
d. A.) provenienti da una stazione austriaca già localizzata dalla radiogoniometria sul Col
della Guardia presso Conegliano. 53
Si tratta appunto di una delle stazioni del 2 gruppo, facilmente individuabile nella mappa di
o
figura 13.16.
Nei due crittogrammi citati, contraddistinti poi con il nome di Conegliano Veneto, gli ultimi
dodici gruppi di tre cifre sono identici e Sacco suppone rappresentino ciascuno una lettera. L’im-
piego di una cifratura lettera per lettera facilita enormemente la decrittazione perché consente di
applicare l’analisi delle frequenze che richiede però, di solito, la disponibilità di un gran numero
di crittogrammi, mentre nel caso in questione, a Luigi Sacco ne sono bastati due per iniziare a
penetrare il cifrario, grazie a un’intuizione che il Bauer non esita a definire «splendida».
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Egli nota innanzitutto che alcuni dei dodici gruppi cifranti uguali posti alla fine di ambedue i
51 Servizio Informazioni, Reparto R:T., Riassunto sull’attività RT nemica, a firma Luigi Sacco, zona di guerra, 18 giugno
1918, ISCAG, Racc.249.
52 L. Sacco, Manuale, op. cit., p. 233. Non si tratta dello stesso cifrario, come è dimostrato dalla non coincidenza di alcuni
gruppi cifranti che è stato possibile controllare.
53 ibidem
54 F .L. Bauer, op. cit., p. 242. L’Autore pone in connessione l’idea splendida con il fatto che Sacco fosse un Ingegnere. Poi,
per non dar torto a nessuno, aggiunge che anche gli Austriaci fecero, durante la guerra, un lavoro critto analitico altrettanto
buono quanto gi Italiani e cita in particolare il Colonnello Andreas Figl.
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