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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
inizialmente poco utilizzato, per venire poi distribuito alle stazioni RT nel mese di ottobre.
Tutti i cifrari della serie S, utilizzano gruppi cifranti costituiti da tre lettere facenti parte di un al-
fabeto italiano ridotto di 13 lettere scelte in modo del tutto disordinato. Poiché le ripetizioni sono
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escluse nell’ambito dello stesso gruppo, i gruppi cifranti disponibili divengono 1.716 (13x12x11).
I repertori comprendono ovviamente una parte cifrante e una decifrante che hanno l’aspetto illu-
strato nella figura 14.1, ove si nota la completa casualità nella scelta dei gruppi e l’abbondanza di
omofoni, ad esempio per lettere come la “a” e per termini di uso comune come “artiglieri - a - e”.
In tutti i cifrari della serie si applica un sistema di sopracifratura che modifica i gruppi di tre
lettere ottenuti dal vocabolario, segnalato all’inizio di ogni dispaccio mediante un “ indicatore”
di tre lettere di cui solo la prima, indica la “chiave di sopra cifratura”.
Ogni lettera chiave rimanda a una posizione della “tabella delle chiavi” che fornisce le sostitu-
zioni da compiere per ciascuna delle lettere risultante dalla prima cifratura e contiene una parte
cifrante e una decifrante, in quanto anche le sostituzioni avvengono in modo del tutto disordina-
to. Il telegrafista cifrante sceglie la chiave a proprio arbitrio e quindi la sopracifratura può variare
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più volte in una giornata, anche per la stessa stazione RT e addirittura nello stesso crittogramma.
Nei crittogrammi i gruppi cifranti raggruppati a due a due, formano insiemi di sei lettere.
L’introduzione dei cifrari S crea un problema rilevante per gli analisti austro-ungarici, tanto che
Figl, a proposito del grande sforzo erogato per cercar di penetrare il Cifrario SB, commenta:
«con gli Indicatori giornalieri, il nemico aveva una protezione contro di noi di gran lunga miglio-
re rispetto a tutti i precedenti cifrari. La nostra fortuna è stata che le buone idee gli sono venute
solo verso la fine della guerra. Se il nemico avesse iniziato la guerra con queste liste di nomi
convenzionali, con la lista degli Indicatori e con il CSB, chi lo sa …». Come in altre occasioni,
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Figl colloca i miglioramenti riscontrati nei cifrari italiani soltanto negli ultimi mesi del conflitto,
non tenendo conto di tutti quei sistemi, alcuni risalenti all’anno precedente, che non elenca tra
quelli risolti. In particolare per l’”SB”, egli si avvicina alla soluzione per gradi e con notevoli
difficoltà: il tempo necessario per compilare un elenco degli Indicatori di sopracifratura sarebbe
stato di circa dieci giorni contati a partire dai primi di settembre, quindi più di un mese dopo il
primo impiego del cifrario. Naturalmente l’identificazione di questi indicatori non implica che
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gli analisti austriaci siano riusciti a identificare le circa 1.700 voci del repertorio disordinato.
Senza voler sminuire l’abilità degli analisti austroungarici, si osserva come ai risultati conseguiti
abbiano concorso numerose “inosservanze” delle regole, quali il poco frequente cambiamento
delle chiavi, compiute dagli operatori italiani. Infatti, nella Circolare diramata per la successiva
distribuzione dell’”SA”, si ricorda «l’osservanza dell’importantissima norma che nell’uso della
tabella (delle chiavi) occorre servirsi di tutti i gruppi indicatori e non di uno o due soltanto come
viene da molti praticato, poiché ciò toglie tutti i vantaggi della doppia cifratura, senza diminuirne
l’onere di lavoro che essa comporta». 7
La parziale penetrazione dell’”SB”, come riconosce lo stesso Figl, è l’ultimo successo dei Penkala che
tuttavia non può essere sfruttato appieno perché lo sforzo compiuto è ben presto vanificato dalla sua
sostituzione con i nuovi Cifrari di Servizio della serie “S” (“SA” e “SC”) e dall’adozione del “T1”.
4 Per il Cifrario SD, la parte cifrante della tabella di cifratura contiene un reticolo 13x13 ove in ogni riga è riportato un
diverso alfabeto disordinato di 13 lettere di colore rosso e, in una colonna laterale, le lettere della chiave in nero. La tabella
scorre in una fascetta con finestrella alta quanto una riga e comprendente nella parte superiore le lettere scritte in nero. Per
cifrare, dopo aver ricavato i gruppi cifranti dal repertorio, si fa scorrere la fascetta fino a leggere la lettera nera corrispon-
dente alla chiave prescelta nella colonna delle chiavi. Si legge poi ogni lettera del gruppo cifrante nella parte alta della
fascetta (in nero) e la si sostituisce con quella corrispondente letta nella finestrella (in rosso). Un’operazione analoga si
effettua per decifrare, mediante un reticolo con i numeri in azzurro riportato sulla faccia opposta della “tabella delle chiavi”.
5 O.J.Horak, Oberst a.D. Andreas Figl, op. cit., p. 221 - 224.
6 ibidem; M. Ronge, Der Radiohorch, op. cit., p. 38.
7 Ispettore Capo STM, Circolare del 13 ottobre 1918, op. cit.
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