Page 439 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO SEDICESIMO




                  telefonico ove le lettere dell’alfabeto sono trasformate in numeri crescenti di 3 in 3 ( a=2; b=5;
                  c=7; …. z=77) e poi ciascun numero è convertito in una lettera secondo lo schema:
                                                      h  a  b  e  l    f  r  a   n  z
                                                      1  2  3  4  5   6 7  8  9  0.

                  intercettazioni e  propaganda
                  Nonostante queste precauzioni, gli ascolti delle comunicazioni austriache continuano a offrire
                  copiose informazioni riguardanti tutti gli aspetti della vita in prima linea, come ad esempio: le
                  perdite e i danni subiti dal nemico soprattutto a seguito dei tiri d’artiglieria che consentono spes-
                  so di “aggiustarli”; i movimenti di truppe compresi arrivi e partenze di unità, utili per aggiornare
                  la consistenza e tipologia delle forze austriache nei diversi settori; i lavori in corso o program-
                  mati per la costruzione di caverne o per la realizzazione di nuovi collegamenti telefonici; le
                  lamentele che diventano sempre più frequenti per il rancio immangiabile, per la scarsezza del
                  pane e a volte anche dell’acqua.
                  Si fa talvolta riferimento all’attività di propaganda svolta sempre più efficacemente dagli Italia-
                  ni, soprattutto nei confronti di soldati appartenenti ai gruppi etnici compresi nell’Impero Austro
                  ungarico e diversi dal tedesco.
                  Il 18 maggio l’Ufficio Informazioni della 6 Armata intercetta un fonogramma del Servizio In-
                                                          a
                  formazioni nemico ove si rivela che «gli Italiani hanno 4 o 6 czechi caduti in prigionia che si
                  sono offerti volontariamente di agire alla fronte italiana. Il loro compito è di costringere alla
                  diserzione le truppe a. u. mediante il canto di inni nazionali czechi e così subornare i propri con-
                  nazionali. In caso di attacco, con ordini dati in lingua czeca di portare la confusione nelle truppe
                  e principalmente di ottenere traditori austriaci».  In realtà, come già illustrato, i volontari Cechi
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                  erano ben più di 4 o 6, destinati a divenire prima della fine del conflitto, una intera Divisione
                  combattente al fronte italo austriaco.
                  Com’è noto, uno dei mezzi più frequentemente usati per la propaganda in ambedue gli Eserciti
                  consiste nel lancio di manifestini con i mezzi più vari (aerei, palloncini, ecc.). Su questo tema,
                  il 29 di maggio del 1918, si intercetta una conversazione riguardante alcuni proiettili di legno
                  caduti oltre le linee austriache che si aprono all’impatto col terreno, liberando migliaia di mani-
                  festi. Durante una delle conversazioni intercettate, un interlocutore informa l’altro sull’arrivo di
                  proiettili così fatti, ma confessa di non sapere dove siano finiti.
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                  Nelle stesse conversazioni intercettate si parla di manifesti e giornali deposti da una pattuglia
                  specializzata austriaca a non grande distanza dalle linee italiane. Si trattava, nella gran parte dei
                  casi, di materiale inneggiante alla pace, con incitamenti alla ribellione dei soldati sul modello di
                  quanto avveniva in Russia.
                  In altre comunicazioni, si fa esplicito riferimento a notizie sul nemico ricavate a loro volta da in-
                  tercettazioni telefoniche. La consapevolezza del perdurare di questi rischi, unitamente alla cattura,
                  in diverse occasioni, di apparati d’intercettazione austriaci,  giustifica le contromisure di carattere
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                  tecnico applicate sempre con maggior rigore nel corso del 1918 e soprattutto le continue raccoman-
                  dazioni indirizzate alle truppe italiane, di cui un esempio è il manifesto riprodotto nella figura 16.7.

                  Le battagLie decisive deL 1918
                  Il considerevole sviluppo dell’attività d’intercettazione e del numero di stazioni fisse e mobili
                  italiane, nel corso del 1918, non tarda a dare frutti concreti, fornendo preziose informazioni, pri-
                  ma e durante la battaglia del Solstizio. Max Ronge, informa che «il nemico (l’Esercito italiano)

                  46   6 Armata, Categoria H, Intercettazioni telefoniche, AUSSME, fondo F2, b. 187.
                     a
                  47   ibidem.
                  48   Le foto di un apparato catturato è inserita nel precedente capitolo.


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