Page 434 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               centrati nella zona di Plezzo e Tolmino, «nuovi alla nostra fronte e forse ancora non al corrente
               delle severissime prescrizioni regolanti le comunicazioni telefoniche nemiche, usarono il telefo-
               no sconsideratamente e senza ritegno, tanto che fu possibile carpire comunicazioni persino dai
               Comandi di Divisione e di Corpo d’Armata». 33
               Soltanto dopo lo sfondamento del fronte, gli Austriaci riescono a reperire informazioni sicure
               anche se incomplete, sulle attività di ascolto sviluppate fin’allora dal Servizio IT e lo stesso
               Ronge riconosce che:

                     purtroppo, sapemmo molto tardi, cioè nell’autunno del 1917, che gli Italiani avevano fin dal
                     1916 un gran numero di posti d’intercettazione.
                     Avevano ascoltato in meno di sei mesi, nella zona tra Wippach (Vippacco) e Rombon, circa
                     5200 dispacci. Si servivano della conoscenza dell’italiano di gran numero di nostri disertori
                     e fuggiaschi. 34

               Il numero sopraindicato dei dispacci intercettati coincide quasi esattamente con quello riportato
               nella parte superiore della figura 16.5 che contiene la traduzione in italiano di un documento del
               Servizio Informazioni austriaco, catturato nel luglio del 1918.
               Nella mappa austriaca sono indicate anche le posizioni e i nominativi delle stazioni italiane sul
               fronte della 2 e della 3 Armata, indicando addirittura per ogni stazione il numero di fonogrammi
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               intercettati.
               Nella figura si fa riferimento alle attività svolte dal servizio I.T. tra il settembre del 1916 e il
               febbraio del 1917, cioè in circa cinque mesi e mezzo, sull’intero fronte della 2 e della 3 Armata,
                                                                                      a
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               durante i quali il numero di fonogrammi e conversazioni intercettate ammonterebbe a un totale
               di circa 10.000, con una media giornaliera che si aggira intorno a 60.
               La prima considerazione, a questo proposito, riguarda il periodo dei rilevamenti austriaci che
               dimostra l’intensità del lavoro svolto dal Servizio IT sin dal 1916, quando le stazioni d’intercet-
               tazione erano in numero inferiore rispetto a quello dell’ottobre del 1917.
               Aurio Carletti fa inoltre giustamente notare:

                     È da tenere presente che tale statistica deve essere stata compilata sulla base di documenti
                     caduti in mano del nemico, i quali non possono essere costituiti che dalle serie di bollettini
                     quotidiani di intercettazioni diramati dai Comandi d’Armata. Se ora si considera che le notizie
                     riportate in detti bollettini non erano se non una minima parte di quelle intercettate, si può
                     avere un’idea della quantità veramente considerevole dei fonogrammi che venivano raccolti.
                                                                                                35
               Il numero aumenterebbe ancora se si tenesse conto delle condizioni in cui una grande percen-
               tuale dei suddetti bollettini è stata reperita dal Servizio informazioni austriaco. Ronge dichiara
               infatti che molti di essi erano stati bruciati anche solo parzialmente ed alcuni immersi in acqua
               in modo da renderli illeggibili
               La piena consapevolezza dell’importanza quantitativa e qualitativa delle intercettazioni italiane
               sembra quindi acquisita dagli Austriaci solo nel novembre del 1917, a seguito della caduta nelle
               loro mani di una gran quantità di apparati e di informazioni relative a queste attività.
               È sorprendente come fino a quel momento, nonostante la “permeabilità” del fronte, dovuta spe



               33   ibidem.
               34   M. Ronge, Spionaggio, op. cit., p.227
               35   A. Carletti, Il Servizio delle intercettazioni telefoniche, op. cit., p. 23. Nella parte iniziale del documento si riporta un
               numero di conversazioni intercettate pari 10.000 che risulta approssimativamente dalla somma di quelle operate sul fronte
               della 2 e della 3 Armata, dotate rispettivamente di 23 e 14 stazioni. Non è noto neppure il criterio adottato per calcolare il
                    a
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               numero di telefonate.
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