Page 436 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
cialmente alle notizie ricavate dagli interrogatori di prigionieri e disertori, gli Italiani abbiano
potuto serbare un parziale segreto sulle iniziative in questo comparto che hanno dato origine, se-
condo quanto si evince dal commento riportato nel basso del documento austriaco qui riprodotto,
a tante perdite nell’Esercito nemico.
Una parte non trascurabile del merito per il ritardo descritto poc’anzi va attribuito della riser-
vatezza osservata dai telegrafisti e interpreti addetti al servizio d’intercettazione telefonica. A
questo proposito, il responsabile dell’Ufficio I.T.O. della 1 Armata dichiara: «il personale tutto
a
viene stretto nella morsa di una ferrea disciplina, che orienta, che chiede, che esige, che abitua
al segreto più assoluto: E mai, mai - è questo il mio orgoglio più grande e mi commuove sempre
il pensarlo - nessuno di quegli umili ha tradito, durante tutta la guerra, il suo dovere d’ufficio». 36
aLL’origine dei successi itaLiani
Come si è accennato, da interrogatori di prigionieri e da una serie di documenti catturati emerge
chiaramente come, i Comandi Austro ungarici fossero ben al corrente delle attività italiane nelle
intercettazioni telefoniche dall’inizio del conflitto, ma ancor più dall’estate del 1916. Per esem-
pio, alcuni documenti catturati dagli Italiani contengono, tra l’altro, l’informazione ottenuta da-
gli Austriaci mediante interrogatori di prigionieri, su un «corso pratico di intercettazione istituito
a Vicenza al quale vengono comandati ufficiali delle compagnie telegrafisti». Nella stessa fonte
si fa riferimento agli ascolti effettuati con successo dagli italiani «ad onta di tutte le disposizioni
impartite da parte nostra». 37
Documenti successivi riferiscono, per esempio, del ritrovamento di numerosi fili terminanti, nei
pressi delle trincee austriache, con prese di terra tutte «uguali e fabbricate con lo stesso modello,
ciò che lascia supporre, anche in base ad informazioni ricevute, che lungo tutta la fronte si do-
vrebbero trovare ancora molte di tali prese di terra». 38
Queste notizie, insieme a numerose altre avevano confermato l’esistenza di una continua ed ef-
ficace attività d’intercettazione italiana, inducendo i comandi austroungarici a ordinare una serie
di contromisure di carattere principalmente tecnico, secondo i criteri sommariamente esposti nel
precedente capitolo. Invero, nei documenti caduti in mani italiane e pocanzi citati, si sollecita
anche l’impiego della massima prudenza nelle comunicazioni telefoniche, unitamente all’uso
di linguaggi convenzionali e di lingue dell’Impero diverse dal tedesco, ma quasi come se si
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trattasse di accorgimenti di minore importanza rispetto alla corretta esecuzione e manutenzione
degli impianti telefonici.
In tal modo, si è probabilmente contribuito a privilegiare la cura dei circuiti rispetto alle cautele
da adoperare nella trasmissione dei fonogrammi a cui va attribuita invece la massima priori-
tà, specie nelle prime linee ove le caratteristiche circuitali di buon isolamento, bilanciamento,
ecc., ottenute in condizioni di tranquillità, non possono essere a lungo garantite, non solo per
effetto dei bombardamenti nemici. Non è da escludere che anche le cautele di carattere tecnico
non siano state sempre pienamente soddisfatte. Infatti, nella nota che accompagna la raccolta
dei documenti testé citata, redatta dalla Sezione Informazione della 2 Armata, si aggiunge: «la
a
trascuratezza da parte del nemico delle precauzioni dettate nei fogli che seguono fornisce a noi
giornalmente abbondante messe di comunicazioni nemiche, molte delle quali talvolta di segna-
lata importanza».
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36 C. Pettorelli Lalattta, op. cit., p.137.
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37 Comando 2 Armata, Sezione Informazioni, Traduzione di documenti di comandi nemici riguardanti il pericolo delle
intercettazioni telefoniche, Bollettino n°2268, 16 settembre 1917. Il documento austriaco a cui si fa riferimento è emesso
dal I. e R. Comando della 62 Divisione di Fanteria, il 15 agosto 1916.
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38 ibidem.
39 ibidem.
40 ibidem.
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