Page 441 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO SEDICESIMO
Evidentemente, tentativi siffatti dovevano ripetersi frequentemente, ma gli Austriaci riuscivano
con relativa facilità a scoprire le terre e a distruggerle, costringendo a effettuare nuove traversate,
magari in altre parti del fiume. Una più semplice soluzione del problema si è conseguita aumen-
tando gli effetti induttivi e rendendo così sufficientemente chiari gli ascolti, mediante spire di
filo di notevoli dimensioni, secondo una tecnica sperimentata sin dai primi tempi del conflitto.
Il racconto di Guasco prosegue ricordando una delle ultime azioni dei Telegrafisti italiani: «l’ulti-
mo impianto eseguito fu quello del Ponte della Priula nell’ottobre 1918 pochi giorni prima della
nostra vittoria. Nonostante le difficoltà di varcare il fiume con quattro linee intercettatrici, causa le
interruzioni dei ponti si riuscì, valendosi di fasci di fili rimasti in piedi ad onta dei bombardamenti,
a stabilire un pronto servizio d’informazioni, tanto che si intercettarono da 20 a 30 fonogram-
mi al giorno in lingua ungherese», raccogliendo così informazioni preziose sulle condizioni
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dell’Esercito austroungarico che cercava di opporre l’estrema resistenza, prima della resa definitiva.
intercettazioni anche a viLLa giusti?
Quando, il 31 ottobre 1918, i Parlamentari austriaci, capeggiati dal generale Victor Weber Edler
von Webenau entrarono a Villa Giusti, sulla strada tra Padova e Abano, per iniziare le trattati-
ve del richiesto armistizio, venne ad essi destinato come alloggio il piano inferiore dell’edificio,
adattato frettolosamente per ospitarli. Al piano superiore era stato sistemato, con il suo Segretario,
il ministro Leonida Bissolati, che desiderava seguire da vicino le trattative, ma la delegazione
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austriaca richiese una maggiore “privacy”, cioè di avere a propria disposizione l’intera villa e
venne accontentata.
Dopo questa concessione, le stanze al piano terra furono adibite a sala da pranzo e ad alloggi dei
Delegati, mentre la sala riunioni venne spostata al secondo piano. Naturalmente, la delegazione
austriaca non restava completamente sola all’interno della villa, ove era presente tutto il perso-
nale di servizio Italiano. 54
Questo episodio, a parte l’ovvio desiderio di privacy, potrebbe nascondere il timore della dele-
gazione austriaca di venir intercettata o direttamente o mediante microfoni nascosti, mentre, al
contrario, il rapido accoglimento della richiesta, dimostrerebbe la mancanza di ogni intenzione
italiana in tal senso.
Tuttavia, qualche sospetto sulle finalità del Servizio Informazioni italiano riguardo al delicato tema
degli ascolti può persistere, non solo per l’inclusione nella delegazione italiana del colonnello
Tullio Marchetti, ma soprattutto per la presenza in loco del più volte citato tenente Aurio Carletti,
entrambi coinvolti, a vario titolo, nelle intercettazioni telefoniche, come illustrato nelle pagine
precedenti.
I motivi della scelta di T. Marchetti come membro della delegazione, esposti nel suo libro, non
comprendono ovviamente alcun elemento che faccia pensare a una qualche attività informati-
va. Non si può però dimenticare che fu proprio il Servizio Informazioni della 1 Armata, capeg-
a
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giato dallo stesso Marchetti, tra i primi a realizzare durante il conflitto, impianti d’ascolto delle
conversazioni tra prigionieri, raggruppati in stanze munite di microfoni nascosti per esempio
52 ibidem, Lo storico Ponte della Priula, in provincia di Treviso, era stato distrutto durante i combattimenti,
53 Leonida Bissolati, Ministro dell’Assistenza Militare e delle Pensioni di Guerra, era frequentemente presente al fronte,
si trovava a Padova i quei giorni, come testimoniato nel suo. Diario di guerra. I taccuini del soldato - ministro, a cura di
Alessandro Tortato, Mursia, 2014, p.151 -152.
54 Aurio Carletti, L’Armistizio di Villa Giusti, 3 novembre 1918, ricordi di uno che fu presente, Rassegna delle Poste Telegrafi
e Telefoni, novembre 1935.
55 Tullio Marchetti, Ventotto anni nel Servizio Informazioni Militari, Museo Trentino del Risorgimento, Trento, 1960, p.
396 - 397. Secondo l’Autore, il Generale Diaz l’avrebbe scelto perché «libro vivente stampato del Trentino e del Tirolo …
per premiarlo di tanti e tanti anni di silenzioso e pericoloso lavoro nel servizio informazioni … perché trentino» e quindi
«per la soddisfazione di sanzionare con la sua firma la redenzione della sua terra nativa».
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