Page 445 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CONCLUSIONI
Si è ritenuto appropriato, per chiarezza e omogeneità, sviluppare separatamente nei capitoli
precedenti, la storia del Servizio Informazioni dell’Esercito italiano e quella della “Intelligence
e Sicurezza delle Comunicazioni”, dividendo in quest’ultimo comparto la radio della telefonia.
Per trarre una sintesi finale, gli eventi narrati separatamente sono qui di seguito integrati, collo-
candoli nei diversi periodi storici compresi tra la nascita della branca informativa nell’Esercito
sardo, poi italiano, e il novembre del 1918.
Un primo Servizio Informazioni operò appunto nell’ambito dell’Esercito sardo durante la guerra
di Crimea e nel corso dei conflitti che portarono all’unità d’Italia, senza tuttavia sopravvivere
al termine delle ostilità. Dopo l’unità, nonostante l’esperienza drammatica della terza guerra
d’indipendenza - persa soprattutto a causa di carenze informative e della scarsa chiarezza sulla
linea di comando del vertice dell’esercito - si attese fino al 1882 per istituire uno stato maggiore,
completo in tutte le sue componenti, incluso un settore informazioni, operante anche nei periodi
di pace, secondo il modello adottato dall’Esercito tedesco.
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Tuttavia, in condizioni di non belligeranza, il settore informativo restava pur sempre a livello em-
brionale e celato per motivi di segretezza, mentre se ne prevedeva l’espansione, durante la mobi-
litazione per la guerra che conduceva alla formazione di un vero e proprio Ufficio Informazioni.
Comunque, già dagli anni Settanta - Ottanta del XIX secolo, l’Intelligence dell’Esercito, identifi-
cata fino ad allora con lo spionaggio, aveva acquisito progressivamente un’organizzazione meto-
dica e permanente, utilizzando come agenti sia diplomatici accreditati presso i governi stranieri,
sia emissari segreti inviati o residenti nel territorio delle potenze contro le quali si preparava la
guerra. Agenti militari si recavano nelle regioni di frontiera dei paesi confinanti, per raccogliere
notizie generali specialmente d’indole geografica e topografica o per controllare itinerari utiliz-
zabili ai fini delle progettate operazioni.
Al 1897 può farsi risalire la costituzione nell’Esercito italiano di una stabile attività informativa
coordinata da un Ufficiale superiore posto poi a capo della Segreteria I e, dal 1906, dell’Ufficio
I alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore.
L’operatività dell’Ufficio nella raccolta di informazioni fu però condizionata, fino al 1914, non
tanto da carenze organizzative, quanto dalla mancanza di finanziamenti che impediva soprat-
tutto il reclutamento e la gestione di un adeguato numero di agenti attivi all’estero. Il generale
Alberto Pollio, riconosciuta in pieno l’importanza di un’efficiente cellula informativa all’interno
del Comando del Corpo di Stato Maggiore, si industriò pur nei limiti delle croniche ristrettezze
finanziarie, al fine di migliorarne l’efficienza. Occorse, tuttavia, del tempo prima che l’Esercito
Italiano potesse affinare e sviluppare convenientemente la branca informazioni, in modo da po-
tersi confrontare ad armi pari con l’Evidenzbureau austro-ungarico, che vantava ben superiori
tradizioni e consolidato prestigio all’interno della Duplice Monarchia.
L’Evidenzbureau realizzò, tra l’altro, un’attività molto avanzata per l’epoca, finalizzata a inter-
cettare e interpretare le radio comunicazioni italiane, specie quelle militari che, sviluppatesi nel
primo decennio del XIX Secolo, erano ritenute una potenziale fonte d’informazioni. Le intercet-
tazioni s’intensificarono nei periodi critici dei rapporti tra i due Paesi, coincidenti con l’annessio-
ne della Bosnia Erzegovina (1908 -1909) e ancor più durante la guerra di Libia.
Tuttavia, l’Esercito italiano, avvertendo l’esigenza di garantire una maggiore sicurezza delle co-
municazioni telegrafiche aveva adottato, già da alcuni anni, idonei cifrari che rendevano difficil-
mente interpretabili i propri dispacci. Ciò spinse l’Evidenzbureau, tra il 1911 e il 1912, a ricercare e
formare nel proprio ambito risorse specializzate in crittologia e ad acquistare, nello stesso tempo, i
più importanti cifrari italiani nel fiorente mercato clandestino esistente in Europa. Le Forze Armate
italiane, anche a causa di un livello di cultura crittologica insoddisfacente esistente nel Paese,
1 Alla riforma del 1882 si giunse per tappe successive, nel 1867, 1870 e 1873 che avevano man mano perfezionato la cellula
informativa del Corpo di Stato Maggiore.
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