Page 448 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               stituire il Reparto crittografico della Sezione R del Servizio Informazioni, anche con la finalità
               di sopperire alla mancanza di competenti risorse specialistiche in alcuni Ministeri come quelli
               degli Esteri, degli Interni e della Marina, tenendo conto, nel contempo, della contrazione delle
               radiotrasmissioni campali austriache verificatasi, in quel periodo, al fronte italiano.
               Con la stessa riforma, gli inconvenienti poc’anzi evidenziati per l’intera branca informativa ven-
               nero, almeno in parte, eliminati, affidando all’Ufficio Situazione l’esclusiva direzione e lo sfrutta-
               mento di tutta l’organizzazione informativa militare nella zona di guerra e attribuendo all’Ufficio
               divenuto Servizio Informazioni le fonti fuori della zona di guerra, specialmente all’estero, esclusi
               per altro gli addetti militari. L’organizzazione centrale venne così profondamente riformata, attra-
               verso la ripartizione dei compiti tra la componente per così dire “tattica”, dedita allo studio dell’e-
               sercito austroungarico ed in particolare delle sue forze sul fronte italiano e quella “strategica”
               orientata anche alla struttura e alle vicende politico-economiche dell’Impero asburgico.
               L’anno compreso tra la riforma dell’ottobre del 1916 e la dodicesima battaglia dell’Isonzo fu
               anche per il Servizio Informazioni italiano un “anno chiave”, perché la riorganizzazione non si
               limitò a coinvolgere il vertice del comparto, ma si estese agli uffici informazione d’armata che
               si dettero nuove strutture per meglio assolvere a compiti sempre più numerosi.  Dai comandi
               d’armata, la presenza di ufficiali informatori si estese a livello di corpo d’armata e di divisione,
               costituendo centri di raccolta informazioni a livello divisionale e settoriale: il ristretto nucleo di
               ufficiali della primavera 1915 si trasformò nel 1917 in una complessa e articolata struttura com-
               prendente un elevato numero di risorse specializzate nelle attività di Intelligence.
               Venne estesa e rafforzata la rete informativa comprendente numerosi importati centri all’estero
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               e si iniziò a utilizzare, in modo sempre più sistematico ed efficace, la forza disgregatrice delle
               componenti etniche presenti nell’Esercito austro ungarico, come è dimostrato dal colpo di mano
               di Carzano, il cui insuccesso non fu certo dovuto all’organizzazione della prima fase del blitz,
               posta sapientemente in atto dall’Ufficio Informazioni della 1 Armata in collaborazione col te-
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               nente dell’Esercito austroungarico, lo sloveno Ljudevit Pivko.
               Importanti informazioni si ottennero mediante le intercettazioni telefoniche operate dal Servizio
               IT in modo sempre più esteso e sistematico, unitamente allo sfruttamento delle classiche fonti di
               Human Intelligence - interrogatori di prigionieri e disertori, sottrazione di documenti al nemico, rap-
               porti degli agenti, ecc - e alla decrittazioni delle seppur poco frequenti comunicazioni radio nemiche.
               In generale, le intercettazioni telefoniche di massa attuate durante la Grande Guerra in tutti i
               fronti di combattimento, hanno consentito di carpire una quantità di notizie notevolmente più
               elevata rispetto a quella ottenuta decrittando i dispacci radiotelegrafici. D’altra parte, a causa del-
               la dimensione delle “aree di copertura” delle singole stazioni intercettatrici, limitata a pochissimi
               chilometri, i risultati degli ascolti telefonici rivestivano una valenza prevalentemente tattica, pur
               consentendo, in numerosi casi, di risalire a ordini e disposizioni avversarie di carattere generale,
               anche mediante l’integrazione di risultati ottenuti in tempi e in zone diverse.
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               In numerosi casi i Comandi italiani diffusero, mediante conversazioni opportunamente orche-
               strate, notizie false che, almeno in alcuni casi, riuscirono a trarre in inganno il nemico. I comandi
               austro ungarici si resero pienamente conto del grave pericolo rappresentato per la propria sicu-
               rezza dalle capacità italiane in questo settore, soltanto mediante l’accurato esame di registrazioni
               e documenti catturati durante la loro avanzata dopo Caporetto. Per tutto il 1916 e gran parte del
               1917, la sottovalutazione dell’efficacia degli ascolti attuati dagli Italiani, aveva concesso a questi


               6   I Centri informativi di cui si ha notizia, dal’esame dei diari del Servizio I, erano dislocati a Parigi, Londra, Berna, Lugano,
               Valona, l’Aia, Copenaghen, Stoccolma, Cristiania, Pietrogrado, Bucarest, Atene, Cairo, Salonicco, Corfù e Buenos Aires.
               7   Tra i numerosi esempi di efficaci contributi delle intercettazioni telefoniche all’Intelligence italiana, si ricordano quelli
               forniti durante la battaglia per la presa della Bainsizza e l’ascolto, avvenuto alle ore 11 antimeridiane del 23 ottobre 1917,
               del dispaccio diramato dal Comando della XIV Armata austro tedesca che annunciava l’inizio del bombardamento a gas,
               alle ore 2 della notte successiva.

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