Page 453 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CONCLUSIONI




                  inviolabilità. Di fatto, alcuni cifrari introdotti durante il conflitto non sono stati risolti perché
                  mancarono le condizioni per poterli forzare, in termini di tempo e/o di materiale disponibile, pur
                  restando teoricamente violabili.
                  Solo alla fine del 1917, Gilbert S. Vernam, Ingegnere dei laboratori del A.T.T. in  New York,
                  concepì un cifrario che porta il suo nome e che Claude Shannon dimostrerà essere anche teori-
                  camente indecifrabile.  Il cifrario di Vernam, l’unico a godere ancora di questa caratteristica, è
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                  stato sperimentato durante la Grande Guerra dal Signal Corp americano per comunicazioni tele-
                  grafiche su filo e radiotelegrafiche, utilizzando macchine Baudot modificate dallo stesso Vernam.
                  Il metodo mancava però all’epoca di un perfezionamento importante, cioè della pratica disponi-
                  bilità di una chiave casuale completamente diversa per ogni dispaccio, requisito indispensabile
                  per soddisfare pienamente alle condizioni assunte da Shannon.
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                  La meccanizzazione delle operazioni di cifratura e decifratura, unita a un più elevato grado di
                  sicurezza, costituisce l’altro grande sogno dei crittologi nella Grande Guerra, che  inizia  a tra-
                  sformarsi in realtà tra il 1917 e il 1918 con l’invenzione “quasi contemporanea” del “rotore”,
                  ascritta da David Kahn ad almeno quattro o cinque diversi autori. Questo componente si rivelerà
                  fondamentale per la realizzazione delle prime macchine cifranti - decifranti, come le Enigma e
                  le Hagelin. che sin dalla metà degli anni ‘20 inizieranno a sostituire i mezzi classici della critto-
                  logia: la carta e la matita.
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                  Insomma, anche in crittologia sono germogliate, durante la Grande Guerra, le premesse per le
                  innovazioni successive, analogamente a quanto riscontrato in altri rami della scienza e della
                  tecnica, come nell’ambito delle radiocomunicazioni che, dopo le limitazioni e le difficoltà esi-
                  stenti all’inizio del conflitto, hanno registrato un eccezionale avanzamento tecnico, alla base di
                  numerose nuove applicazioni “civili” affermatesi negli anni successivi, quali le comunicazioni
                  telefoniche a grande distanza, la radiodiffusione e la radionavigazione aerea.
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                  Il parallelismo tra lo sviluppo delle telecomunicazioni e quello della crittologia, non è affatto
                  casuale, non solo perché in ambedue i settori, le innovazioni saranno in gran parte prodotte
                  dallo sviluppo delle tecnologie elettromeccaniche ed elettroniche, ma soprattutto per la stretta
                  correlazione tra l’evoluzione delle crittologia e dei mezzi di telecomunicazione: dal telegrafo
                  al telefono, dalla radio a Internet, fino alla confluenza finale di entrambe le discipline nel vasto
                  modo dell’ICT (Information and Communication Technologies).

                  Una delle lezioni apprese durante la Grande Guerra, riguardante l’estrema vulnerabilità delle
                  comunicazioni telegrafiche e telefoniche, ha spinto nel dopoguerra tutti gli eserciti a ricercare
                  sistemi che garantissero, in questi comparti, maggiori sicurezze.
                  Per la telegrafia, le nuove macchine cifranti - decifranti sembrarono la soluzione definitiva al

                  17   Claude E. Shannon. “Communication Theory of Secrecy Systems”, Bell System Technical Journal, vol. 28 (4), 1949, p.
                  656 – 715.
                  18   Françoise Cartier, Le secret en Radiotélégraphie, Système G.S. Vernam, Radio Electricité, 25 décembre 1925 et 10 jan-
                  vier 1926. Sembra che ciò sia avvenuto in collegamenti sperimentali negli Stati Uniti e non al fronte occidentale. Questo
                  cifrario è stato impiegato durante  la seconda guerra mondiale e la guerra fredda, anche nella “linea rossa” tra Washington
                  e il Cremlino. La maggiore difficoltà è dovuta alla necessità di disporre di un canale ultra sicuro per la trasmissione di una
                  chiave casuale variabile.
                  19   D. Kahn, op. cit.,p. 411 – 425. Gli Ufficiali della Marina olandese Theo A. Van Hengel e R. P. C. Spengler avrebbero
                  prodotto un prototipo di una macchina a rotori già nel 1915, senza alcuno sviluppo successivo. L’invenzione del rotore è at-
                  tribuita da Kahn non solo al tedesco Arthur Scherbius realizzatore della macchina Enigma, ma anche almeno all’americano
                  Edward H. Hebern, all’olandese Hugo Alexander Koch, e allo svedese Arvid Gerhard Damm.
                  20   La vasta produzione di valvole ad alto vuoto, disponibili dopo il conflitto come residui bellici a  basso prezzo, ha favo-
                  rito la costruzione di ricevitori economici, presupposto per il rapido sviluppo della radiodiffusione: Le sperimentazioni di
                  Guglielmo Marconi effettuate nel 1916 con “onde brevissime dirigibili” costituiscono il momento di svolta che porterà
                  negli anni ‘20 alle comunicazioni internazionali in Alta Frequenza. I radiofari introdotti nella Grande Guerra saranno per-
                  fezionati per consentire la navigazione aerea a distanze sempre maggiori.


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