Page 103 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Collaborazioni impreviste


                      ell’estate del 1941 gli ustaša sono protagonisti di efferati crimini pre-
                      valentemente  contro la popolazione ortodossa, dimostrandosi incapaci
             N di mantenere l’ordine nello Stato Indipendente Croato. La persecuzione,
             inizialmente condotta dalle milizie, in modo disordinato e selvaggio, di villaggio in
             villaggio, è presto sistematicamente organizzata dal governo di Zagabria. In tutto lo
             Stato Indipendente Croato arresti, perquisizioni, devastazione di abitazioni, torture
             e soppressioni violente diventano l’ordine del giorno. I militari italiani, coinvolti
             nello scontro fra serbi e croati cui si aggiungeranno i bosniaci musulmani, si trove-
             ranno ad affrontare una situazione imprevista dalle importanti ripercussioni politi-
             che: dinanzi alle azioni degli uomini del Poglavnik interverranno in più occasioni a
             tutela dei civili, che ne cercavano la protezione. Ne deriverà una progressiva quanto
             insolita divergenza tra l’orientamento della linea politica ufficiale del governo di
             Roma e la realtà in cui si trovavano a operare le forze armate italiane, che tendenti
             a soccorrere la consistente minoranza serba avrebbero creato, di fatto, un impre-
             visto legame con essa, contrastante con le intese politiche raggiunte tra Roma e
             Zagabria. Ne sarebbero scaturite gravi incomprensioni e attriti, sia tra i due governi,
             sia tra le massime autorità politiche italiane e l’esercito in Dalmazia e nei territori
             passati all’amministrazione croata. L’ordine – diretto da Roma alla 2ª Armata – di
             non intervenire dinanzi alle violenze, sarebbe stato difficile da assecondare e forte
             sarebbe rimasta la tentazione di allontanare gli ustaša quantomeno dai territori dal-
             mati annessi. 1
                La 2ª Armata invia a Roma notizie sulla distruzione d’interi villaggi. L’Ufficio
             Affari Civili l’11 giugno informa lo Stato Maggiore dell’Esercito dell’attività terro-
             ristica svolta dagli uomini del Poglavnik, che si lanciavano alla caccia dei “nemici
             dello Stato”, individuati negli ebrei, nei serbi, nella minoranza rom e negli avversa-
             ri politici. Le azioni degli ustaša confermavano alle autorità militari italiane il loro
             contegno inqualificabile contro la popolazione civile. Anche la “parte sana” della
             società croata, inclusa buona parte della popolazione musulmana, era indignata dal-
             lo scempio commesso nello Stato croato e avrebbe presto stigmatizzato l’astensio-
             ne delle autorità militari italiane dal prendere provvedimenti contro gli uomini del


             1  ASDMAE, b. 1493 (AP 28), Delegazione del P.N.F. presso il movimento ustascia, al Duce, al
                Segretario del P.N.F. e p.c. al Ministero degli Affari Esteri, prot. ris. 2/C, oggetto: relazione
                sulla situazione dopo l’ordine di rioccupazione militare, f.to il Capo Delegazione P.N.F. in
                Croazia Lgt. Gen. Eugenio Coselschi, Zagabria, 19 agosto 1941-XIX.

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