Page 108 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.


            organizza le prime bande armate per contrastare le violenze ustaša, gruppi succes-
            sivamente ampliati e posti agli ordini dei comandi italiani in funzione antiparti-
            giana. Assertore dichiarato del nazionalismo jugoslavo, indubbiamente collegato
            a Mihailović e ancor più al maggiore Jezdimir Dangić, leader serbo della Bosnia
            orientale, Jevđević gode di grande ascendente fra la popolazione ortodossa ed è
            indicato come la personalità più autorevole, insieme al vojvoda Ilija Trifunović-
            Birčanin  –  ex  presidente  dell’associazione  nazionalista  serba  Narodna  Obrana
            (“Difesa nazionale”) – alla guida dei četnici della Bosnia occidentale, della Lika e
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            della Dalmazia.  Jevđević si dimostra disposto a stringere accordi di non aggres-
            sione con la 2ª Armata, al fine di trovare un modus vivendi tra l’occupazione italiana
            e la popolazione serba. I capi serbi si sarebbero impegnati a preparare all’esercito
            italiano il terreno presso la popolazione, a collaborare nella lotta anticomunista sot-
            traendo ai partigiani le masse di contadini ad essi associatesi per fuggire agli ustaša
            e a organizzare bande armate al fianco degli italiani per il mantenimento dell’ordine
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            pubblico.  Tali accordi non riflettevano ovviamente gli ordini superiori ricevuti dal
            comando della 2ª Armata: le direttive infatti erano di mantenere, pur adottando un
            contegno “fermo, forte, senza debolezze”, la massima lealtà nei confronti dell’al-
            leato croato e di evitare ogni tipo di trattativa con i četnici, ritenuti “poco affidabi-
            li”. Qualora eventuali contatti fossero stati inevitabili o indispensabili in situazioni
            “contingenti e di convenienza locale”, non avrebbero dovuto rappresentare, da par-
            te italiana, impegni di sorta in campo politico. 12
               Nell’ambito  delle  operazioni antipartigiane  ("Trio") e delle  trattative  italo-
            tedesche-croate in merito all’atteggiamento da adottare nei confronti dei četnici
            (marzo 1942), è stato visto come il comando della 2ª Armata sosterrà l’opportunità
            di distinguere del tutto le bande serbe dai partigiani, al fine di non raddoppiare il



            10  AUSSME, M-3, b. 6, fasc. 4, Stato Maggiore R. Esercito, Servizio Informazioni Esercito
               S.I.E., Promemoria, oggetto: Montenegro – Contatti di capi cetnici bosniaci, erzegovesi e
               montenegrini, 10 agosto 1942-XX; ibidem, L-10, b. 38. fasc. 3, Stato Maggiore R. Esercito,
               Servizio Informazioni Esercito S.I.E., prot. n. Z/P – 32042, Promemoria, oggetto: Croazia –
               Contatti tra autorità croate e il capo cetnico On. Jevdjevic, f.to il colonnello Capo Servizio
               Edmondo de Renzi, 16 febbraio 1943-XXI.
            11  Ibidem, b. 61, fasc. 5, Comando 2ª Armata, Ufficio I, all’Eccellenza il Capo di S.M. dell’E-
               sercito, prot. n. 1367/S, oggetto: Linea di condotta, f.to il Generale di Corpo d’Arma Coman-
               dante M. Roatta, P.M.10, 2 febbraio 1942-XX, in allegato Nota del Capo Ufficio I/A in merito
               al promemoria del dottor Jevdjevic.
            12  Ibidem, Stato Maggiore R. Esercito, Ufficio Operazioni I-Sez. 3ª, a Comando 2ª Armata e
               p.c. al Comando Supremo, prot. n. 2599, oggetto: Linea di condotta, f.to il Capo di Stato
               Maggiore Ambrosio, P.M.9, 13 febbraio 1942-XX; id., Comando 2ª Armata, Ufficio Opera-
               zioni, prot. n. 2343, segreto, oggetto: Linea di condotta, all’Eccellenza il Com.te del V, VI,
               XVIII, C.A., f.to il Generale di Corpo d’Armata Comandante Mario Roatta, P.M.10, 15 feb-
               braio 1942-XX.

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