Page 99 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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I rapporti con l’alleato tedesco


                Se certamente i soldati italiani mostravano di ammirare e invidiare i tedeschi
             per la loro efficienza, ciò era quindi più una critica alla inefficienza della propria
             macchina militare che non una convinta adesione ad una fraternità d’armi del resto
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             poco ricambiata .
                Sono notevoli a questo riguardo i numerosi episodi, largamente tramandati dalla
             memorialistica, di soldati tedeschi che durante i ripiegamenti in Africa e Russia
             rifiutavano il trasporto agli italiani o che addirittura si impossessavano, armata
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             manu, dei loro mezzi . Tali episodi, per altro frequenti in tutti i ripiegamenti caotici
             anche fra soldati della medesima nazionalità, sono stati probabilmente ingigantiti
             dalla prospettiva italiana post-8 settembre 1943. Che tali fatti siano però avvenuti
             è incontestabile, così come è sicuro che la notizia di essi, riportata dallo stesso
             Comando Supremo italiano, abbia contribuito a compromettere il già pericolante
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             spirito dell’alleanza .
                Se da parte italiana infatti talvolta vi fu ammirazione, da parte tedesca esso
             fu quasi sempre il suo contrario. Abbiamo visto l’opinione negativa degli ufficia-
             li tedeschi sugli italiani. Essa può essere sostanzialmente estesa anche ai soldati,
             anche se le fonti a riguardo sono meno numerose. Il razzismo che permeava il
             comportamento dei tedeschi nei confronti degli “alleati minori” guastava spesso i
             rapporti fra la truppa italiana e tedesca anche quando combattevano fianco a fianco.
             Il cameratismo dei soldati della “Grande Germania” aveva in effetti grossi limiti,
             e non ammetteva gli alleati welchen ad un vero rapporto di parità. Ciò valeva non
             solo per gli italiani, ma in generale per tutti i non tedeschi, come provò lo scandalo
             scoppiato in Russia per il fatto che soldati spagnoli della Division Azul frequentas-
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             sero ausiliarie tedesche .
                Dopo l’8 settembre i sospetti tedeschi che sotto la collaborazione italiana con i
             cetnici si nascondesse una intesa segreta con i partigiani si tradussero nella deter-
             minazione a trattare ogni resistenza italiana al disarmo come un tradimento, con
             la conseguente uccisione degli ufficiali italiani catturati. Contemporaneamente, si
             verificava anche la scelta di molti reparti italiani di unirsi ai partigiani, scelta che
             ora collocava i tedeschi, anche ufficialmente, fra i nemici.


             58  THOMAS SCHLEMMER, Invasori, non vittime. La campagna italiana di Russia 1941-
                1943, Bari, Laterza, 2009, pp. 149-150.
             59  FILIPPO FOCARDI, Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della
                seconda guerra mondiale. Bari, Laterza, 2013, pp. 102-105.
             60  “Il comportamento dei germanici, sostanzialmente e formalmente corretto fino alla primave-
                ra del 1942, si è andato gradatamente trasformando durante la campagna in A.S.”. […] tipici
                gli esempi di nostre truppe depauperate con la forza di mezzi di trasporto “. “Appunto per il
                Ministero degli Affari Esteri” del 5 agosto 1943” p. 1. In: AUSSME, Fondo M-3, B. 20, fasc.
                6, “Comando Supremo. OP. Promemoria in visione al Capo di S.M. Generale sul Comporta-
                mento dell’Alleato tedesco.”
             61  M. MAZOWER, L’Impero di Hitler  p. 372.

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