Page 180 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.
ad essi possono aggiungersi pochi altri testi che pur narrando essenzialmente di
altre vicende vi fanno tuttavia alcuni riferimenti.
Alla prima categoria appartengono le memorie di guerra di due ufficiali delle
bande M.V.A.C., Teodoro Francesconi e Ajmone Finestra, poi entrambi aderenti
alla RSI; le miscellanee di ricordi a cura di Mario Bedeschi e Francesco Fatutta,
relativi il primo all’intero fronte balcanico ed il secondo alla sola divisione Sassari;
la collezione di racconti di reduci dalla prigionia presso i partigiani pubblicata su-
bito dopo la guerra da Maurizio Bassi ed il libro di memorie del generale Ceriana
Mayneri e dell’ufficiale Fernando Mafrici.
Al secondo genere si possono inscrivere i ricordi del governatore della Dalma-
zia Bastianini, del ministro degli esteri Ciano e quelli del generale Roatta oltre ad
alcuni libri di memorie dedicati alla prigionia in Germania o alla guerra partigiana
dopo l’8 settembre che fanno iniziare il racconto dalle fasi finali dell’occupazione
italiana.
In tutti questi testi, a prescindere dalla diversità di prospettiva che li ispira e dal-
la sincerità delle loro affermazioni, si riscontrano i temi usuali della guerra italiana
nei Balcani: i cattivi rapporti con i tedeschi e i croati, la durezza della guerra par-
tigiana, l’inesistenza di un “piano” cui attenersi. Al tempo stesso però, si possono
cogliere anche gli elementi che hanno protratto per due anni l’occupazione italiana
pur nell’evidenza della sua improduttività: l’ostinazione nel portare a compimento
il mandato assegnato, il tentativo di costruire con i serbi una forza in grado di com-
battere i partigiani e contrastare i croati, la volontà di non assecondare gli aspetti
più efferati della politica nazista.
I “politici”
Il primo accenno alla esperienza di governatore in Dalmazia che Bastianini fa
nelle sue memorie è a pagina 91, quando racconta di aver ricevuto la nomina a
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Sottosegretario agli Esteri mentre si trovava a Roma per il rapporto mensile . Il
libro di memorie del “diplomatico fascista”, come egli stesso si definisce, è infatti
piuttosto incentrato sulla sua azione di ambasciatore a Londra prima e di Segreta-
rio generale al Ministero degli Esteri poi, ruoli nei quali il gerarca umbro cercò di
esercitare una azione frenante sulla volontà bellicista del duce. O almeno così lui
racconta.
Della sua pur significativa esperienza di Governatore generale in Dalmazia
Bastianini, che era stato inserito dagli jugoslavi nella lista dei criminali di guerra
2 G. BASTIANINI, Volevo fermare Mussolini, cit., p. 91.
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