Page 183 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
P. 183

Memoria dell’occupazione


                   fettivamente ricorda non è nei nostri costumi e che richiama troppo alla
                   mente la vecchia Austria, egli riesce a tenere un po’ d’ordine e i ribelli
                                                   8
                   tremano quando sentono il suo nome” .

                Alla fine lo stesso Bastianini viene “scaricato” da Ciano, che non nutre più al-
             cuna fiducia in lui. In realtà si è appena conclusa l’estate degli ultimi successi me-
             diterranei dell’Asse –le perdite inflitte ai convogli nemici e l’offensiva vittoriosa in
             Russia e in Africa Settentrionale- e si è alla vigilia dell’autunno 1942, quello che
             segnerà la fine delle illusioni.  Ciano perderà l’incarico solo fra 8 mesi, ma la sua
             ultima annotazione significativa sulla situazione balcanica è già piena di presagi
             cupi che  si forza, ostinato, di allontanare:

                      “Non so ne voglio dire come, ma è certo che per noi le cose non pos-
                   sono andare male completamente. Anche Bastianini vede nero. Ma ciò in
                   lui è abituale, né ricordo colloquio nel quale –anche in tempi felici- non
                   abbia fatto tetre previsioni. Non ha grande ingegno, non vede lontano e
                   quel poco che vede è sempre maledettamente scuro” .
                                                               9


             I letterati


                Fra i giornalisti italiani che ebbero modo di attraversare la Jugoslavia come
             corrispondenti di guerra, tre in particolare hanno poi avuto particolare fortuna nella
             professione.
                Il primo, Vittorio Gorresio, militare di famiglia e già giornalista di professione,
             ha lasciato traccia del suo viaggio in Jugoslavia nella sua autobiografia la vita
             ingenua. Legato da amicizia e colleganza con Eugenio De Bernart, autore di un
             altro libro di memorie, Gorresio ebbe dall’amico, assegnato alla censura postale,
             l’occasione di copiare alcune lettere fermate dalla censura. Nelle pagine dei soldati,
             riportate nel libro, scorrevano le immagini della guerra in corso, e soprattutto delle
             fucilazioni, dei saccheggi e degli incendi operati dagli italiani. È possibile che alcu-
             ni degli episodi siano frutto della penna del giornalista, ma il senso di alienazione
             morale e di assuefazione alla violenza che traspare dai passi riportati risponde sen-
             za dubbio alla realtà di quei giorni .
                                            10
                Indro Montanelli, a sua volta inviato di guerra, attraversò anche lui lo Stato In-
             dipendente Croato. Delle sue corrispondenze però, poco traspare della realtà della
             guerra. Due dei suoi biografi gli addebitano anche di aver dipinto in termini rosei il

             8  Appunto del 10 giugno 1942. G. CIANO, Diario, cit., p. 629.
             9  Appunto del 25 settembre 1942. G. CIANO, Diario, cit., p. 650.
             10  VITTORIO GORRESIO, La vita ingenua, Milano, Rizzoli, 1980, pp. 208-212.

                                                                                  183
   178   179   180   181   182   183   184   185   186   187   188