Page 206 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.


            di ostaggi pertanto, almeno alla lettera della legge, era una procedura illegale, un
            crimine.
               Alla luce di quanto detto, appare chiaro come una valutazione della legittimità
            della guerra anti-partigiana nel suo complesso non sia facile. Da una parte infat-
            ti è innegabile che le forze partigiane ottemperassero ad alcune delle condizioni
            previste dal diritto di guerra: operavano agli ordini degli Alleati –anche se non del
            governo serbo in esilio-; avevano una propria gerarchia; vestivano, anche se non
            sempre, uniformi o parti di esse; portavano un contrassegno, la stella rossa, che li
            rendeva distinguibili. È anche vero però che in diverse circostanze essi mostrassero
            il fianco alle argomentazioni italiane: i partigiani infatti si mescolavano spesso ai
            civili nell’imminenza delle azioni ed infrangevano, di frequente ma non sempre,
            le norme a tutela dei prigionieri catturati, legittimando così le rappresaglie che ne
            conseguivano.
               Stabilire, dunque, se una fucilazione sia un crimine di guerra è cosa che richiede
            almeno due elementi: sapere se essa sia la rappresaglia ad un crimine nemico, e
            sapere in base a quale criterio i fucilati siano stati selezionati. Se la selezione è stata
            casuale, se si tratta di ostaggi, se il luogo della fucilazione non ha attinenza con il
            crimine subito o se il numero delle vittime è sproporzionato, essa sarà definibile,
            giuridicamente, come un crimine. Diversamente, per quanto possa ripugnarci oggi,
            non lo sarà.
               Per definire la “fattispecie criminosa” della repressione italiana sarebbe neces-
            sario insomma un lavoro meticoloso di analisi  di ogni singolo episodio, un compito
            ben al di là degli scopi di questo lavoro e, a quanto si sa, ancora da compiere .
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            89  Un lavoro analogo è stato compiuto da Paolo Pezzino per i crimini compiuti in Toscana dal-
               le forze armate tedesche nel 1944. Vedi: MICHELE BETTINI, PAOLO PEZZINO, Guerra
               ai civili. Occupazione tedesca e politica del massacro. (Toscana 1944), Venezia, Marsilio,
               1997. Cfr. F. FOCARDI, Il cattivo tedesco e il bravo italiano, cit., p. 132, n. 128.

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