Page 56 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.


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            cordi nell’affermare l’indissolubilità della Dalmazia dalle sorti croate.  Gli italiani
            non potevano sperare di fare dei croati i loro principali alleati nei Balcani privandoli
            della Dalmazia, ritenuta da questi “culla” della propria identità nazionale.  Spalato,
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            Cattaro e Zara venivano infatti elevate a province italiane, che avrebbero costituito
            il Governatorato della Dalmazia (trecentonovantamila abitanti, di cui circa cinque-
            mila italiani, duecentottantamila croati e novantamila serbi), affidato a Giuseppe
            Bastianini, alto gerarca e uomo di fiducia di Mussolini che ricoprirà l’incarico dal
            giugno del 1941 al febbraio del 1943, quando sarà sostituito da Francesco Giunta
            (il Governatorato della Dalmazia sarebbe stato soppresso il 19 agosto del 1943). Ai
            primi di giugno saranno nominati i prefetti delle tre province: Paolo Valerio Zerbi-
            no a Spalato, Francesco Scassellati Sforzolini a Cattaro e a Zara Manlio Binna, che
            sostituiva Giovanni Zattera per raggiunti limiti di età (subentrerà in seguito Vezio
            Orazi).  Per la provincia di Fiume, esterna al governatorato e ampliata con i distret-
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            ti di Sušak, Castua, Čabar, parte di Delnice e le isole Arbe e Veglia, il 18 maggio era
            invece riconfermato Temistocle Testa. Il 6 giugno il commissario civile Bartolucci
            si congedava dal suo incarico e il giorno successivo Bastianini arrivava a Zara,
            sede del Governatorato. Dipendente direttamente da Mussolini, il governatore della
            Dalmazia avrebbe esercitato le potestà – legislativa, esecutiva e giudiziaria – nella
            regione, avrebbe attuato le direttive generali per l’assetto amministrativo, econo-
            mico e sociale dei territori delle tre province e avrebbe reso effettive le decisioni
            impartite da Roma in merito a servizi civili, governativi e locali. 52
               Come sostenne a Dubrovnik un domobran anonimo in un colloquio con un uf-
            ficiale italiano – notizia segnalata ai carabinieri dalla Divisione Marche – gli Ac-
            cordi di Roma avrebbero causato un forte malcontento tra i croati, che attendevano
            l’annessione di tutta la costa dalmata allo Stato Indipendente Croato. Si diffonderà
            la convinzione che l’Asse non abbia sufficientemente ricompensato i croati per il


            49  Ibidem, Ministero degli Affari Esteri-Gab.A.P. Uff. Croazia, a PNF, Governo della Dalma-
               zia, R. Ambasciata Berlino, R. Ambasciata Santa Sede, Telespresso n. 03183, oggetto: Si-
               tuazione in Croazia, f.to Ducci, Roma, 31 luglio 1941-XIX, in allegato copia del rapporto
               del consigliere nazionale Coselschi, Riservatissimo, Osservazioni sull’attuale situazione in
               Croazia, Zagabria, 4 giugno 1941-XIX; AUSSME, M-3, b. 5, fasc. 7, Comando Supremo
               Stato Maggiore Generale, OP/1^, Relazione politico-economica sulla Slovenia e territori ex
               jugoslavi occupati dalle nostre truppe, 19 maggio 1941-XIX.
            50  G. Perich, op. cit., p. 126.
            51  D. Rodogno, op. cit., p. 111.
            52  M. Dassovich, I molti problemi dell’Italia al confine orientale, vol. 2, pp. 99-100. Per il testo
               del decreto-legge con cui fu annessa la Dalmazia si veda Gazzetta Ufficiale del Regno d’I-
               talia, n. 133, 7 giugno 1941-XIX (Regio decreto-legge 18 maggio 1941-XIX): n. 452, Siste-
               mazione dei territori venuti a far parte integrante del Regno d’Italia; n. 453, Circoscrizioni
               territoriali delle provincie di Zara, Spalato e Cattaro e attribuzioni del Governatore della
               Dalmazia.

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