Page 75 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La lotta antipartigiana
L’Operazione Weiss, inizialmente divisa in tre fasi (la terza prevede anche il
disarmo dei četnici) subirà notevoli cambiamenti nel corso della sua esecuzione.
L’obiettivo è svolgere una vasta azione di rastrellamento che partendo dalla zona a
sud di Zagabria si spinga fino ai confini con il Montenegro, circondando la “Repub-
blica di Bihać”, quartier generale di Tito. Al fianco di tedeschi e croati, partecipano
il V Corpo d’Armata con le divisioni re e Lombardia, il VI Corpo d’Armata con
le divisioni Sassari, Marche e Murge e il XVIII Corpo d’Armata con la Divisione
Bergamo, più milizie volontarie, četnici e supporto aereo.
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I risultati della prima fase dell’operazione (Weiss I) saranno tuttavia deludenti.
Le forze partigiane riusciranno a fuggire all’accerchiamento, passando attraverso
le barriere nemiche e riapparendo dietro le truppe dell’Asse, anche in regioni ra-
strellate in precedenza. Anche se l’area intorno a Bihać potrà dirsi “ripulita” dalla
presenza dei partigiani, questi saranno tutt’altro che sconfitti. Fuggiti a sud verso
l’Erzegovina, lungo il fiume Una fino alla valle del Vrbas (verso Bugojno), avreb-
bero creato una situazione pericolosa per le truppe italiane nella valle della Ne-
retva, fino a quel momento rimasta sostanzialmente pacifica. Sebbene l’operazione
provocherà pesanti perdite tra gli uomini di Tito, che soffriranno la mancanza di
approvvigionamento alimentare, le epidemie di tifo e saranno costretti ad abbando-
nare la loro roccaforte nel corso dell’inverno, dal punto di vista militare la Weiss I
si rivelerà un fallimento contraddistinto da un elevato numero di perdite, in primo
luogo tra le truppe italiane. 23
Mentre importanti cambiamenti sono apportati allo Stato Maggiore italiano –
Ambrosio diventa capo di Stato Maggiore Generale sostituendo Cavallero; Roatta,
comandante di Supersloda, è sostituito dal generale Mario Robotti, comandante
l’XI Corpo d’Armata in Slovenia – si pone il problema dell’ingresso delle truppe
tedesche in Erzegovina nel corso dell’operazione, che suscita non poca preoccupa-
zione per il rischio di un’ingerenza tedesca nelle zone di diretto controllo italiano.
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La questione è strettamente collegata alla realizzazione della terza fase dell’opera-
zione Weiss: Ambrosio ritiene opportuno rinunciarvi ed esprime al Comando Su-
premo tedesco il desiderio di attendere la fine della prima fase operativa e i risultati
della Weiss II, prima di decidere circa il disarmo delle bande serbe. I tedeschi tutta-
via confermano la volontà di eseguire la terza fase dell’operazione, proprio perché
strettamente legata alla questione del disarmo dei četnici. Concorde in merito al
22 Prevista dal 20 gennaio al 10 febbraio la Weiss I si prolungherà fino al 20 febbraio 1943.
23 S. Loi, op. it., p. 213; G. Bambara, La guerra di Liberazione nazionale in Jugoslavia (1941-
1943), Milano, Mursia, 1988, p. 175.
24 AUSSME, M-3, b. 20, Comando Supremo-Segreteria particolare dell’Ecc. il Capo di S.M.
Generale, Colloquio con LL.EE. Roatta e Robotti, P.M.21, 4 febbraio 1943-XXI; ibidem, N
1-11, b. 1444, Comando Supremo, Diario storico, Attività svolta dal’Ecc. il Capo di S. M.
Generale, P. M. 21, 4 febbraio 1943-XXI.
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