Page 70 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.
no pertanto agli italiani di affrettare i preparativi. Tre giorni dopo i tedeschi deci-
dono di dare il via alle operazioni (“Trio I”) servendosi delle sole truppe tedesche e
croate pronte, adducendo il pretesto della grave situazione della guarnigione croata
assediata a Rogatica e la presenza nella zona di formazioni ribelli montenegrine. Al
comando italiano, che apprende con sospetto la notizia di una potenziale minaccia
fino allora ignorata, è chiesto di sbarrare la fuga ai ribelli presso la linea di demar-
cazione: le truppe italiane – in prevalenza della taurinense – iniziano quindi ad
affluire a Sarajevo, base di partenza per l’attacco, in zona d’occupazione tedesca. Il
19 aprile, tuttavia, nella capitale bosniaca accorrono per conferire con Bader il ge-
nerale Edmund Glaise von Horstenau, plenipotenziario delle forze armate tedesche
presso lo Stato Indipendente Croato, Eugen Dido-Kvaternik, il ministro degli Esteri
Mladen Lorković e il generale Ivan Prpić: il giorno successivo i tedeschi comunica-
no al comando italiano che per effetto delle operazioni svolte dalla colonna croata
del colonnello Juraj Francetić nell’ansa della Drina (zona Srebrenica-Zvornik-Vla-
senica) e grazie all’inizio dei movimenti delle truppe tedesche, ma soprattutto in
conseguenza delle trattative dirette intervenute tra croati e četnici – sembra che al
di là delle dichiarazioni di Slavko Kvaternik l’8 aprile le autorità periferiche croate
fossero infine state autorizzate da Zagabria a notificare ai četnici della zona l’as-
sicurazione di ampie garanzie di immunità e protezione personale qualora fossero
tornati alle proprie abitazioni – la situazione in Bosnia è decisamente migliorata e
non si ritiene più necessaria la partecipazione italiana alle operazioni. I tedeschi
aggiungono tra l’altro critiche sull’affidamento da riporsi su operazioni così vaste
come quelle concordate ad Abbazia. Le notizie tedesche, dopo così pochi giorni
dalla richiesta di affrettare l’inizio dell’azione e dalla descrizione della situazione
di Rogatica come disperata, non possono che confermare i sospetti italiani: dagli
incontri del 3 marzo ad Abbazia, nuove intese sono intercorse tra tedeschi e croati
alle spalle degli italiani, l’incontro di Sarajevo ne rappresenta la prova, palesando
che sulla preminenza delle operazioni militari ha interferito la manovra politica
tedesco-croata. La posizione italiana, comunque, rimane quella che il ciclo opera-
tivo “Trio”, stabilito dai rispettivi comandi supremi, debba essere portato a termine
così come programmato. 13
Il 22 aprile, ancor prima dell’entrata in una Rogatica ormai abbandonata (giorno
27), un comunicato del quartier generale croato riportato anche dai giornali italiani
comunica che grazie alle ultime azioni condotte dalle truppe croate del colonnello
Francetić con l’ausilio di forze germaniche, le bande comuniste e četniche della
Bosnia orientale sono state completamente distrutte e le autorità civili croate vi
13 Ibidem, fascc. 1 e 3, Comando 2ª Armata, Ufficio Operazioni, all’Eccellenza Luca Pietro-
marchi, Ministero Affari Esteri-Ufficio Croazia Roma, prot, n. 8350, oggetto: Interferenze
politiche sulle operazioni in Bosnia, f.to il generale di Brigata Capo di Stato Maggiore E. De
Blasio, P.M.10, 25 aprile 1942-XX.
70 Capitolo quarto

