Page 69 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La lotta antipartigiana
parte del governo jugoslavo a Londra (nel novembre precedente aveva concluso
anche un accordo con i partigiani). La predisposizione ai negoziati dimostrata dai
četnici altro non sarebbe – secondo le autorità croate – che una precisa strategia di
re Petar da Londra, al fine di raccogliere le forze nazionaliste serbe e organizzarle
nell’attesa dell’azione risolutiva contro gli occupanti. Anche il Comando Supremo
tedesco, in ultimo, è diffidente nei confronti delle bande serbe e comunica la pro-
pria contrarietà a intavolare una qualunque trattativa con esse. 11
Roatta, in merito alle trattative con le bande serbe, sospetta che l’esitazione del-
lo Stato Maggiore croato – che considera ambigui e pericolosi i contatti italiani con
i četnici – sia dovuta all’intenzione di voler prender tempo per arrivare alle ope-
razioni antipartigiane senza un accordo e poter considerare a tutti gli effetti le for-
mazioni serbe delle bande nemiche. Al tempo stesso il comandante della 2ª Armata
precisa ai comandi italiani della zona l’esigenza di non compromettere nel corso
delle eventuali trattative tra serbi e croati i consensi dei capi četnici verso l’esercito
italiano, evitando di assumere con questi ultimi impegni che potessero risultare
ambigui nelle future relazioni italo-serbe. Il comando italiano infine stabilisce che
qualora i četnici non avessero opposto resistenza, non sarebbero stati trattati come
ribelli, cercando di evitare equivoci tra formazioni nazionaliste serbe e partigiani.
Roatta riteneva fondamentale ottenere dalle autorità croate l’assicurazione che i
četnici, qualora avessero dato prova di sicura e leale cooperazione, non sarebbero
stati attaccati e che la popolazione serbo-ortodossa sarebbe stata lasciata in pace. 12
Il 15 aprile, data inizialmente prevista per l’inizio dell’operazione “Trio”, i te-
deschi comunicano la propria preoccupazione per il ritardo nell’avvio dell’azione,
con il pericolo di compromettere l’accerchiamento delle forze partigiane, e chiedo-
11 Ibidem, b. 57, fasc. 5, Stato Indipendente Croato, Quartier Generale del Poglavnik, Gsp. N.
140 – 1942, a Sua Eccellenza Generale Roatta Comandante della 2ª Armata Italiana Sussak,
f.to Kvaternik, Zagabria 31 marzo 1942; ibidem, b. 58, fasc. 1, Telescritto dello S.M.R.E.
n. 60-80, rif. f. 6469 del 31.3.; id., Telescritto da Comando 2ª Armata, Ufficio Operazioni at
Superesercito Operazioni, f.to Generale Roatta, 6 aprile 1942-XX; id., Comando 2ª Armata,
Ufficio Operazioni, a Stato Maggiore R. Esercito-Ufficio Operazioni, prot. n. 7484, rif. ai
telescritti S.M.R.E. 6037 e 6080 in data 11.4, oggetto: Colloqui di Zagabria, f.to il Generale
designato d’Armata Mario Roatta, P.M.10, 13 aprile 1942-XX; ibidem, b. 61, fasc. 5, Confe-
renza italo-tedesca-croata ad Abbazia, R. Missione Militare in Croazia, a Comando Supremo
e p.c. a Comando 2ª Armata, a R. Ministro d’Italia Zagabria, prot. n. 1155, oggetto: Impres-
sioni del Maresciallo Kvaternik in merito al verbale redatto ad Abbazia, f.to il Generale Ca-
po Missione G. Oxilia, Zagabria 8 marzo 1942-XX;
12 Ibidem, b. 57, fasc. 2, Comunicazioni con la R. Delegazione Zagabria, Comando 2ª Arma-
ta-Ufficio Operazioni, a Comando VI Corpamiles, Comando XVIII Corpamiles, telescritto
5606, f.to generale Roatta, 20 marzo 1942-XX; ibidem, b. 58, fasc.1, Comando 2ª Armata,
Ufficio Operazioni, all’Eccellenza il Generale Bader Comandante il “Kampf Gruppe Bader”
Belgrado, prot. n. 6469, segreto, oggetto: Trattative coi “cetnici”, f.to il Generale Coman-
dante Mario Roatta, P.M.10, 31 marzo 1942-XX.
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