Page 74 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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La “quinta sponda “ storia dell’occupazione italiana della Croazia.


            Operazione Weiss


               Agli inizi del 1943 il Comando Supremo tedesco, in accordo con quello italiano,
            pianifica una nuova offensiva nel tentativo di “pacificare” lo Stato Indipendente
            Croato prima dell’arrivo della primavera. Le operazioni intendono ostacolare il
            pericolo che četnici e partigiani, in seguito a un eventuale sbarco anglo-americano
            nei Balcani, tornino a collaborare scatenando una più ampia sollevazione generale.
            Viene pianificata l’operazione Weiss (nella storiografia jugoslava “Quarta offensiva
            nemica”). I capi di Stato Maggiore, feldmaresciallo Wilhelm Keitel e marescial-
            lo Ugo Cavallero, prima progettano l’operazione a Rastenburg (18-20 dicembre
            1942), in Prussia orientale, poi discutono i piani militari a Roma e Zagabria nei
            primi giorni del gennaio del 1943.  L’operazione Weiss è affidata al generale Ale-
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            xander Löhr, dal 1° gennaio comandante delle forze tedesche nel sud-est (Ober-
            fehlshaber Süd-Ost, OBSO).  Lo Stato Maggiore italiano approva l’opportunità
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            di un’azione ad ampio raggio contro i partigiani ma Berlino insiste sulla necessità
            di agire contemporaneamente contro i četnici, nonostante diverse loro formazioni
            collaborino con i reparti italiani. D’accordo con i tedeschi, Cavallero ritiene ne-
            cessario disarmare le bande serbe mentre Roatta, che aveva organizzato i četnici al
            fianco delle truppe italiane, insiste affinché queste siano coinvolte nell’operazione
            in funzione antipartigiana, in un piano concordato con il comando croato. 20
               La questione dei četnici il 10 gennaio è affrontata anche da Roatta e Pavelić a
            Zagabria. L’incontro conferma le controverse relazioni tra il governo croato e la
            2ª Armata, ma porta ad un accordo. Compresa la necessità dell’esercito italiano
            di avvalersi delle bande serbe nella lotta contro i partigiani, Pavelić dà il proprio
            consenso a utilizzarle in settori specifici e, se necessario, a chiamare altri tremila
            volontari dal Montenegro da inviare nel sud dell’Erzegovina. Da parte sua Roatta
            s’impegna a non armare nuove bande e disarmare e ridurre il numero di quelle già
            inquadrate. 21

            18  A. Biagini, F. Frattolillo (a cura di), Verbali delle Riunioni tenute dal Capo di S.M. Generale,
               Vol. IV (1° gennaio 1943-7 settembre 1943), Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell’E-
               sercito, 1985, Verbale n. 1, Verbale della riunione tenuta dall’Eccellenza il Capo di Stato
               Maggiore Generale il 2 gennaio 1943-XXI alle ore 17, pp. 1-2
            19  AUSSME, N 1-11, b. 1482, Comando Supremo, prot. n. 25543/Op., Direttive germaniche
               per le operazioni contro le bande, CS, I Reparto, Ufficio operazioni-Scacchiere orientale, a
               Supersloda, Comando Superiore FF.AA. Grecia, Governatorato del Montenegro, f.to gen.
               Giovanni Magli, P.M.21, 29 dicembre 1942, circolare O.B.S.O., n. 3370/32 Segr., Intensifi-
               cazione operazioni contro bande, f.to col. gen. Alexander Löhr.
            20  A. Biagini, F. Frattolillo, Verbale n. 2, Verbale della riunione tenuta dall’Eccellenza il Capo
               di Stato Maggiore Generale il 3 gennaio 1943-XXI alle ore 18.30, pp. 5-6.
            21  O. Talpo, Dalmazia. Una cronaca per la storia (1943-1944), III, Roma, Stato Maggiore
               dell’Esercito-Ufficio Storico, 1994, p. 28.

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