Page 82 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Il Regio Esercito in Croazia. 1941-1943. Stategie di occupazione e politica delle nazionalità


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            nel caos” .
               L’intervento  tedesco  nei  teatri  di  guerra  italiani  si  concretizzerà  rapidamen-
            te nell’invio in Libia dell’Afrika Korps e nelle fulminee operazioni 25, Marita e
            Merkur, rispettivamente l’invasione della Jugoslavia, della Grecia e di Creta.
               Tali eventi segnarono l’ingresso da padrone della Germania nei due teatri, Bal-
            cani e Mediterraneo,  nei quali l’Italia, almeno in base alla lettera del patto italo-
            tedesco, avrebbe dovuto esercitare la propria esclusiva sfera di influenza. Tuttavia
            l’insufficienza dei mezzi italiani a contrastare l’avversario si era ormai dimostrata
            in tutta la sua evidenza, oltre che sui monti dell’Epiro e nel deserto libico, anche
            con l’attacco degli aerosiluranti britannici alla base navale di Taranto nella notte
            dell’11 novembre 1940, cui farà seguito l’invio da parte tedesca nel Mediterraneo
            di un contingente aereo e di alcune decine di sommergibili, al fine di aiutare la Re-
            gia Marina nella battaglia contro la Mediterranean Fleet.

               Dai primi mesi del 1941 la guerra italiana, che Mussolini aveva pensato come
            “parallela”, condotta cioè dall’Italia in autonomia dall’alleato ma in sinergia con
            esso, si  mutò rapidamente in “subalterna”, con tutto ciò che questo poteva signi-
            ficare.
               Tale processo infatti, che incise profondamente sui rapporti italo-tedeschi e sulla
            stessa tenuta del regime fascista, non si limitava all’invio da parte tedesca di armi
            e uomini nello scacchiere mediterraneo, ma investiva progressivamente tutti gli
            ambiti della guerra. Motori tedeschi Daimler Benz furono costruiti su licenza dalle
            fabbriche italiane per dotarne gli aerei da caccia della Regia Aeronautica, mine
            tedesche furono ordinate per dotarne le navi della Regia Marina, macchinari indu-
            striali tedeschi furono acquistati e trasportati in Italia per modernizzarne la produ-
            zione bellica, consistenti prestiti furono fatti dal Reich all’Italia per pagare quelle
            stesse forniture di carbone, ferro e manufatti che la Germania stessa vendeva, e non
            a buon mercato, all’alleato.
               L’aiuto tedesco si ampliò considerevolmente a partire dalla seconda metà del
            1942, quando iniziarono a giungere in Italia forti contingenti della Flak, dotati di
            apparati radar, destinati alla difesa controaerei delle città italiane del triangolo in-
            dustriale Torino-Genova-Milano.
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            3  JONATHAN STEINBERG, Tutto o niente. L’Asse e gli ebrei nei territori occupati. 1941-43,
               Milano, Mursia, 1997, p. 31.
            4  Fino a quell’epoca gli aiuti tedeschi in campo terrestre si erano limitati a qualche centinaio di
               automezzi ed a limitati quantitativi di moderne artiglierie contraerei da 88/55 e 75/50. Poco
               valore avevano, infatti, le numerose artiglierie di preda bellica, catturate sui campi di batta-
               glia europei e cedute a pagamento agli italiani, risultate tutte di modello antiquato, ed i pochi
               carri armati francesi, consegnati in scarse condizioni di efficienza. Solo nel 1943 giunsero
               anche le prime forniture di mezzi corazzati moderni, assegnati a formazioni della MVSN.

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