Page 86 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Il Regio Esercito in Croazia. 1941-1943. Stategie di occupazione e politica delle nazionalità


            oppose fermamente ed  anzi minacciò di scacciare con la forza le milizie croate che
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            già vi erano abusivamente penetrate . La questione venne infine risolta, non prima
            che un soldato italiano fosse ucciso in un incidente con i croati, ma il fatto irrever-
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            sibile era che i tedeschi avessero ormai un piede nell’Adriatico .

               Anche Mussolini, che fu discontinuo nei confronti della questione croata, on-
            deggiando sempre fra ingerenze e disinteresse, col passare dei mesi divenne sempre
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            più, verbalmente, insofferente dell’atteggiamento tedesco .
               I suoi accenni alla cooperazione italo-tedesca in Croazia, riportati da Ciano,
            sono un florilegio di invettive e di lamentele: 29-30 giugno 1941:
                     “Mussolini teme “che gli italiani debbano imparare a spese proprie
                  che ogni patto, per i tedeschi, non è altro che chiffon de papier”. Anche
                  di ciò dà la colpa ai militari che ci hanno rovinato il prestigio e più parti-
                  colarmente a Graziani. […] Mussolini fa un lungo sfogo antigermanico.
                  Teme che i tedeschi si preparino a chiedere l’Alto Adige: dice che resi-
                  sterebbe con le armi. Ma non mi pare che abbia i mezzi per attuare questi
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                  propositi” .
               19 novembre 1941:
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                  te sulla situazone in Croazia. […] Ormai non esiste più un problema italo-
                  croato, esiste un  problema italo-germanico nei confronti della Croazia.
                  Ed è un problema litigioso, ma noi non vogliamo né possiamo renderlo
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                  tale .
               25 gennaio1942:
                     “Ancora una volta Mussolini si lagna del comportamento dei tedeschi
                  in Italia. Aveva sott’occhio una telefonata di un aiutante di Kesselring che
                  parlando di noi ci chiamava maccheroni e si augurava che anche l’Italia
                  diventasse un paese occupato. Il  Duce tiene un dossier di tutte queste
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                  discordie “per quando verrà il momento” .
               Si tratta di sfoghi fine a sé stessi. L’Italia non era ormai più in grado di svolgere
            nella guerra un ruolo indipendente e tanto Ciano quanto Mussolini non potevano
            che prenderne atto.
               Benché l’iniziativa e la direzione delle operazioni militari in Croiazia fosse an-


            10  M. CUZZI, I Balcani, cit., p. 356.
            11  L. MONZALI, La difficile alleanza con la Croazia ustascia, cit., p. 111-112.
            12  J. BURGWYN, L’Impero sull’Adriatico, cit., pp. 384-386.
            13  G. CIANO, Diario, cit., pp. 528-529.
            14  Ivi, p. 558.
            15  Ivi, p. 583.

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