Page 88 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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Il Regio Esercito in Croazia. 1941-1943. Stategie di occupazione e politica delle nazionalità
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rimanente capacità contrattuale con Berlino . Lo stesso Governatore non poteva
che ammettere con amara lucidità che le proteste erano inutili e che l’Italia «sempre
meno era in grado di far sentire la sua voce, non dico a Berlino, ma anche in quel
sottoscala dove il Pavelic si era insediato e che Hitler assicurava di aver lasciato
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all’Italia quale zona di sua influenza» .
Il peggioramento dei rapporti fra gli alleati è testimoniato dal racconto che Ba-
stianini fa di un colloquio avuto con il diplomatico tedesco Carl Clodius, «imperter-
rito saccheggiatore» funzionario del Reich addetto agli approvvigionamenti.
“Un’altra volta quando mentre costui si lamentava che mi opponessi
all’apertura di altri miliardi di credito per le ordinazioni del Reich alle
nostre industrie in aggiunta ai venti ch’erano stati accordati fino a quel
momento, gli dissi con amabile sorriso: «Voi certo sapete che in Germa-
nia qualcuno mi ha chiamato “l’ebreo onorario” e come vedete lo sono
davvero» .
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Bastianini asserisce di essere stato gratificato di questo soprannome a Berli-
no quando era Governatore della Dalmazia, in virtù della sua politica contraria
alla consegna dei rifugiati ebrei ai tedeschi e ai croati. Anche se la posizione di
Bastianini in merito ai rifugiati si orientò in senso “umanitario” solo dopo alcune
settimane, la protezione accordata agli ebrei fu effettivamente uno dei motivi di
maggiore scontro con i tedeschi ed uno dei non frequenti momenti di accordo del
Governatore con i comandi militari italiani .
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Come Segretario Generale agli Esteri, Bastianini non poteva tuttavia contraddi-
re la volontà di Mussolini, che era pur sempre quella di orientare la politica italiana
secondo le esigenze dell’alleanza con Berlino, e la sua contrarietà si manifestava
nelle piccole questioni che potevano dipendere dal suo giudizio, come quella appe-
na descritta o come quando rifiutò l’ingresso di una missione archeologica tedesca
in Dalmazia, sospettando che si trattasse di agenti provocatori.
La posizione anti-tedesca di Bastianini non era comunque condivisa da tutti in
Italia. Il capo dell’Ufficio Croazia al Ministero degli Esteri, l’ambasciatore Luca
18 L. MONZALI, La difficile alleanza con la Croazia ustascia, cit., p. 118
19 G. BASTIANINI, Volevo fermare Mussolini, cit., p. 173.
20 Ivi, p. 172.
21 Ribbentrop in un colloquio con Pavelic ed alla presenza di Hitler definì gli ebrei nella zo-
na italiana come “i cavi telefonici”, attraverso i quali passavano le informazioni e gli ordini
per la ribellione comunista nei Balcani,e sostenne di aver convinto Mussolini che pertanto
essi, come cavi telefonici, dovessero essere appunto recisi. Indicando quindi l’ordine scritto
di Mussolini col quale si ordinava di consegnare gli ebrei ai tedeschi, il ministro nazista ag-
giunse “evidentemente però finora quest’ordine non è stato trasmesso all’armata sul luogo”.
ASMAE, Gab. 1923-43. Ufficio Armistizio e Pace, B. 1507, Fasc. “Situazione degli ebrei in
Croazia. Appunto del Gabinetto Affari Politici-Croazia20 ottobre 1942”.
88 Capitolo quinto

