Page 87 - La quinta sponda - Una storia dell'occupazione italiana della Croazia. 1941-1943
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I rapporti con l’alleato tedesco


             cora in mano italiana, e tale rimarrà per tutto il 1942, era chiaro come ciò non
             conducesse in alcun modo ad un controllo sul governo ustaŝa. Quest’ultimo infatti,
             malgrado si reggesse in larga parte grazie al sostegno militare italiano, non perdeva
             occasione per ostentare insofferenza e disinteresse per le sollecitazioni che veniva-
             no da Roma, spalleggiato in ciò dai diplomatici tedeschi.
                La stessa legazione tedesca di Zagabria era effettivamente un centro di attività
             anti italiana forse al di là della stessa volontà di Hitler e Ribbentrop, i quali, almeno
             fino al tardo 1942, non sembravano avere un grande interesse alla Croazia .
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                Artefici di questa politica erano i due rappresentanti tedeschi a Zagabria: il Ver-
             bindungsmann o “rappresentante militare”, generale Edmund Glaise von Horstenau,
             e l’ambasciatore Siegfried Kasche. Von Horstenau era un austriaco di Braunau –il
             paese natale di Hitler-, considerato a Berlino un esperto di storia dei Balcani. Soste-
             nitore della necessità per la Germania di ricostruire la mittel-Europa ex-asburgica,
             il generale vedeva nell’Italia il principale ostacolo a questo disegno e cercava di in-
             tralciarne le mosse senza rafforzare troppo il governo croato, del quale disapprovava
             la violenza disordinata. L’ambasciatore Kasche, proveniente dal partito nazista, so-
             steneva invece le ragioni croate contro gli italiani per pure ragioni di opportunismo,
             sperando di diventare il “protettore” di un futuro stato ustaŝa satellite del Reich.
                Con l’appoggio dei due funzionari, a Zagabria veniva incoraggiata una propa-
             ganda irredentista nei confronti dei territori dalmati annessi dall’Italia, alimentata
             soprattutto dai giornali e dalle associazioni nazionaliste croate cui collaboravano
             anche accademici tedeschi 17
                Il Governatore della Dalmazia Giuseppe Bastianini, che fu protagonista di con-
             tinui confitti di autorità con i comandi militari italiani, fu sempre molto allarmato
             del legame creatosi fra Stato Indipendente Croato e tedeschi e della tendenza di
             questi ultimi a regolare gli affari balcanici mettendo l’Italia di fronte al fatto com-
             piuto, come avvenne per la ripartizione delle zone minerarie della Jugoslavia, tutte
             o quasi aggiudicate alle ditte tedesche.
                Quando Bastianini venne richiamato in Italia come Sottosegretario agli Esteri
             nel 1943, proprio il periodo in Dalmazia lo aveva ormai più che mai convinto che
             l’alleanza con i tedeschi fosse da ridefinire. Sfortunatamente all’inizio del 1943
             l’Italia vedeva esaurirsi il proprio potenziale bellico, e conseguentemente anche la

             16  L. MONZALI, La difficile alleanza con la Croazia ustascia, cit., p. 111-112.
             17  Al tempo in cui era governatore infatti, Bastianini aveva avuto modo di osservare gli effetti
                della propaganda anti-italiana in Croazia, e si era convinto che essa fosse alimentata dai te-
                deschi “non solo da parte delle autorità germaniche che a Zagabria spadroneggiano in seno
                al governo Pavelic, ma anche nella categoria degli intellettuali e degli scienziati tedeschi, i
                quali si spinsero a collaborare in numerose riviste d’arte e di cultura croate che, scritte in
                tedesco e in croato, rivendicavano i diritti storici della Croazia in Adriatico e in Dalmazia
                particolarmente”. ASMAE, DAP 46-50, B. 15, Fasc. 1, “Relazione  dell’ex governatore della
                Dalmazia Giuseppe Bastianini”, p.5.

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