Page 115 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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Gli irredenti fra Omsk e Versailles               113
                   calice del militarismo, apparve subito chiaro che Trockij era impaziente di berlo
                   fino in fondo .
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                      Fra gli ufficiali zaristi arruolati dai bolscevichi non mancarono ovviamente
                   quanti disertarono alla prima occasione, ma nel complesso l’Armata Rossa fece
                   un ottimo affare assumendoli . I vari Brusilov, Kuropatkin, Polivanov, Shuva-
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                   yev, Shaposnikov, portarono ai rossi quel capitale di professionismo ed esperienza
                   che mancava loro, ricevendone in cambio uno stipendio e la possibilità di tornare
                   a fare, sia pure sotto sorveglianza, il solo mestiere che sapessero fare, comanda-
                   re e combattere . Non pochi di loro constatarono che sotto il pugno di ferro di
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                   Trockij un ufficiale capace faceva più carriera che sotto l’ultimo zar. A patto che
                   si vincesse, nessuno questionava sui morti che era costata la vittoria o sui sistemi
                   utilizzati per riportare la disciplina. Quando il colonnello Vacetis espugnò Kazan
                   venne ricompensato con la nomina sul campo a comandante dell’Armata Rossa.
                   Se avesse fallito l’ordine di Trockij era di giustiziarlo all’istante .
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                      L’Armata Rossa smise di ritirarsi e cominciò a vincere e ad avanzare .
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                      Di fronte al pericolo imminente, l’assemblea di Ufa sembrò trovare una pre-
                   caria unità. Il 10 settembre essa giunse ad un accordo, per formalizzare il quale
                   occorsero comunque altre due estenuanti settimane. Il 23 settembre la Confe-
                   renza sancì infine la creazione di un Governo Provvisorio Panrusso che si sa-
                   rebbe insediato ad Omsk e avrebbe avuto autorità su tutte le provincia liberate.
                      Il Governo sarebbe stato guidato da un direttorio di cinque rappresenti di tutte
                   le tendenze e le autorità anti-bolsceviche: i socialisti Nikolaj Aveksentiev, ex Mi-
                   nistro dell’Interno di Kerenskij e Nikolaj Ĉiaikosky, presidente del Governo di
                   Archangelsk; Petr Vologoskij, ex presidente del Consiglio del Governo Provvi-
                   sorio della Siberia Autonoma; il liberale Nikolaj Astrov, ed infine il generale Va-
                   silij Boldryev, che fu anche nominato comandante in Capo delle Forze Armate.
                      Non si può dire che la composizione del governo tenesse conto della pratici-
                   tà: dei cinque eletti Ĉiaikosky si trovava infatti ad Archangelsk e Astrov a Eka-


                   200  Il debutto di Trockij, cit., come Commissario alla Guerra fu la liquidazione delle milizie anar­
                       chiche che si erano istallate alla periferia residenziale di Pietrogrado, costituendovi un’isola sot­
                       tratta all’autorità del Governo. Le Guardie Rosse circondarono e fecero irruzione nelle eleganti
                       ville occupate dagli anarchici uccidendone oltre un centinaio e arrestandone cinquecento. R. H.
                       BRUCE LOCKHART, Memorie di un agente britannico, Milano, Corticelli, 1933, pp. 295­6.
                   201  LEONE TROZKI, La mia vita, p. 387­389.
                   202  Fra i generali arruolati dai bolscevichi erano i più bei nomi delle vittorie russe nella guerra: Bru­
                       silov, Polivanov, Klembovskij, Veliĉkov, oltre a Kuropatkin, vecchio arnese della guerra russo­
                       giapponese. ORLANDO FIGES, La tragedia di un popolo, p. 351.
                   203  O. FIGES, La tragedia di un popolo, cit., p. 701.
                   204  A. ZAMOYSKY, La battaglia di Varsavia, Milano, Corbaccio, 2008, pp. 58­60.
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