Page 135 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                                         lo stato della transIberIana
                          a  controffensiva  bolscevica  del  settembre-ottobre  1918,  la  resa  della
                          Germania in Europa ed il colpo di Stato di novembre ad Omsk avevano
                   L creato in Russia una situazione assai intricata, che sarà bene riassumere
                   per delineare il quadro nel quale si mossero per un anno sia il Corpo di Spedi-
                   zione a Krasnojask che la Missione Militare a Vladivostok.
                      La zona abitata della Siberia coincideva di fatto con la fascia di territorio sul-
                   la quale passava la Transiberiana: l’Ammiraglio ed il suo Governo governavano
                   quindi su di una fila di città più o meno grandi che sorgevano, una dietro l’altra
                   come grani diseguali di un rosario, lungo la ferrovia, da Celyabinsk a occidente,
                   lì dove era iniziata la sollevazione dei cechi, ad Irkutsk a oriente, sulla sponda
                   meridionale del lago Bajkal.
                      Nella regione oltre il Bajkal, nella città di Cita, risiedeva invece il dominio
                   personale e satrapesco dell’ex capitano della cavalleria cosacca Semenov, che
                   dalla Manciuria si era insediato in città assieme ad una guarnigione giapponese
                   e ad un'eterogenea orda di cavalieri delle steppe a lui fedeli.
                      Qualche centinaio di chilometri a sud-ovest un suo eccentrico collega, il
                   colonnello Roman Ungern von Sternberg, alla testa di una analoga armata a ca-
                   vallo aveva addirittura invaso la Mongolia e stava scacciandone le guarnigioni
                   cinesi ed i contingenti bolscevichi che vi erano penetrati creandovi un nuovo
                   stato in nome del Panchen Lama, la guida lamaista del buddismo mongolo alla
                   quale lui stesso era devoto, che sarebbe divenuto la Mongolia .
                                                                            237






                   237  Von Sterneberg era un barone baltico di lontane origini ungheresi che, convertitosi in gioventù al
                       buddismo, lasciò una impronta nella storia dell’Asia come liberatore della Mongolia dal dominio
                       cinese. Durante la guerra civile divenne celebre, oltre che per l’estrema spietatezza che gli valse
                       il nome di “barone sanguinario”, anche per il cupo misticismo, ai limiti della follia, del quale era
                       intrisa la sua crociata antibolscevica. La vita di Von Sternberg, ha ispirato numerose opere, alcu­
                       ne non prive di accenti romanzeschi, fra le quali la più significativa è il libro di Vladimir Plozner,
                       Il barone sanguinario ( Adelphi, 2012). Von Sternberg compare anche nel libro di memorie del
                       polacco Ferdinand Ossendowski, Uomini, Bestie, Dei, (Edizioni Mediterranee, 2000), pp. 173­
                       204. Catturato dai bolscevichi in seguito alla rivolta dei suoi uomini, il generale venne fucilato
                       nel 1921.
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