Page 155 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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A circa un mese dall’inizio della selezione, su circa 500 ex-prigionieri non
più di una quarantina di internati aveva aderito all’arruolamento ed una ventina
ai servizi logistici.
In seguito, la migliore disposizione d’animo imposta da Manera fece ascen-
dere il numero degli aderenti, fra combattenti e logistici, a 80 uomini di truppa
e 14 ufficiali. Stando alle cifre del tenente Albani, alla fine delle operazioni di
incorporazione 450 uomini, circa un terzo del totale, rimanevano ostinatamente
refrattari all’idea di vestire l’uniforme e di essere in alcun modo impiegati .
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Si poté infine formare quattro compagnie, una di “arruolati”, due di “borghe-
si”, ovvero di aderenti ma non arruolati, ed una di “prigionieri” che preferivano
restare tali .
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I componenti della seconda categoria, avevano accettato infine di vestire l’u-
niforme, ma solo a patto di non venire impiegati in operazioni belliche, e senza
le stellette sul bavero.
Essendo così sfumata la possibilità di arruolare un contingente significativo,
i vagoni custoditi alla stazione dalla compagnia del battaglione Savoia, ormai
disciolto, vennero restituiti alla Commissione ferroviaria, e gli uomini del bat-
taglione inviati a loro volta a Sgorni Punto, dove per lo più decisero a loro volta
di non arruolarsi nella Legione redenta.
Lo stesso Compatangelo su consiglio del colonnello Filippi si trasferì ad
Harbin, dove fu assunto dal Servizio Informazioni della Commissione Ferrovia-
ria e dove si incontrò, e si scontrò, con quel Menotti Garibaldi, nipote dell’Eroe
dei Due Mondi, già combattente in Francia con la Legione Garibaldina, giunto
in Asia col Roma e ora rappresentante italiano nella Commissione Tecnica In-
ternazionale della Transiberiana .
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Di Compatangelo si persero le tracce nei mesi seguenti, né, a quanto è dato
sapere, se ne sentì parlare in seguito. È assai probabile che, come il suo conna-
zionale Amleto Vespa, sia andato ad ingrossare il numero degli avventurieri eu-
ropei che negli anni seguenti avrebbero partecipato alla guerra civile cinese .
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269 Quanto agli uomini inquadrati nella “compagnia borghesi”, essi dettero qualche problema nei
mesi seguenti. Un gruppo di una quarantina di essi si ammutinò persino alla metà di aprile, ri
fiutando di compiere gli esercizi ginnici. I quattro istigatori furono condannati a cinque anni, ma
cinque mesi dopo liberati in seguito all’amnistia.
270 G. BAZZANI, Soldati italiani, cit., pp. 283284.
271 AUSSME, F3, B. 272, fasc. 6.
272 Amleto Vespa era un mercenario italiano originario dell’Aquila, dalla quale si trasferì in Messi
co nel primo decennio del secolo prendendovi parte alla rivoluzione dei Dorados. Emigrato poi
in Estremo Oriente vi esercitò vari mestieri, dal commerciante all’interprete, lavorando fra Cina
e Manciuria alle dipendenze di diversi signori della guerra cinesi e collaborando poi con i giap

