Page 157 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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In questo compito, rutinario ma spesso pericoloso, si distinsero in particolare
il brigadiere dei Carabinieri Reali Carlini, che si guadagnò nei mesi seguenti
una certa fama nelle file della Polizia Internazionale, venendo proposto per la
Medaglia di Bronzo al Valor Militare, ed il tenente Francesco Peruzzi .
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Per tutti i mesi della sua permanenza la Missione Militare spartì dunque il
suo tempo fra l’organizzazione della vita degli ex-prigionieri, l’attività infor-
mativa e i compiti di guarnigione, in una quotidianità turbolenta ma priva di
avvenimenti drammatici.
Alla fine dell’inverno 1919 però la situazione generale della Siberia e dell’in-
tero Estremo Oriente cambiò decisamente, e la stessa presenza delle Missioni fu
messa in discussione.
275 Lo stesso maggiore Manera nella sua relazione fa menzione dei numerosi episodi in cui i due fu
rono protagonisti: il 6 gennaio 1919 il brigadiere Carlini ed il maresciallo Gustavo Grasso abbat
tevano un ufficiale cosacco che aveva aperto il fuoco ferendo gravemente il carabiniere Quintilio
Sartori. Il 24 marzo Peruzzi sventava una rapina affrontando e disarmando un gruppo di malvi
venti, meritandosi la Medaglia d’Argento con il Nastro di S. Anna, appuntatagli dal maggiore
statunitense Johnson, Comandante della Polizia Internazionale. (G. BAZZANI, Soldati italiani,
p. 299). Il 17 settembre Carlini, lo stesso Peruzzi ed il caporale Nerino Ferrari arrestavano due
ufficiali russi che dopo aver ferito un soldato ceco minacciavano a mano armata i passanti, e gli
stessi tornavano ad essere nuovamente impegnati nella sommossa del 1718 novembre, seguita
alla notizia del colpo di Stato ad Omsk. Relazione del maggiore Manera sulla Legione Redenta
alla Missione militare in Siberia. Vladivostok, 23 gennaio 1920, pp. 45. AUSSME, F3, B. 272.

