Page 163 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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La campagna deL 1919 e iL ritiro deL cSeo 161
in avanti riuscendo ad occupare la città di Perm il giorno di Natale, attestandosi
sul fiume Bjela. Ma a quel punto le truppe dell’Ammiraglio dovettero fermarsi,
bloccate dal gelo invernale.
A peggiorare la situazione era arrivato pochi giorni prima il Natale di sangue
di Omsk.
Il 21 dicembre infatti la polizia segreta di Kolchack scoprì un complotto dei
social-rivoluzionari per abbattere il Governo ammutinando alcuni reggimenti
della città. La repressione fu durissima e conobbe momenti di autentica ferocia.
Le fotografie, prese dai membri delle missioni alleate nei giorni successivi, mo-
strano i mucchi di cadaveri semi-congelati agli angoli dei cortili, mentre le vie
e le piazze di Omsk appaiono deserte come durante un’epidemia.
Alcuni sospetti vennero incatenati e annegati dai soldati dell’Ammiraglio
precipitandoli in un foro nella crosta ghiacciata del fiume Irtys, fuori la città.
Questo crudele sistema di soppressione senza processo, che esentava i carnefici
anche dalla necessità di sgomberare i cadaveri, venne battezzato con macabra
ironia il Tribunale dell’Irtys .
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Quando i dettagli della repressione furono noti all’estero, la reazione nelle
capitali europee fu di generale deprecazione. In particolare i cecoslovacchi, e
più ancora il loro Governo, erano contrariati dai sistemi di Kolchack, e non
intendevano farsi invischiare oltre in una guerra civile tanto crudele quanto
lontana dagli interessi della Cecoslovacchia. Alla metà del gennaio 1919, i co-
mandanti cechi dichiararono che i loro uomini non avrebbero combattuto oltre
al fronte e si sarebbero limitati a vigilare la ferrovia fra le stazioni di Koltouk e
Novonikolayevsk.
Nel 1919 Kolchack avrebbe dovuto far conto sui soli russi per combattere i
bolscevichi.
Il nuovo anno si aprì con le truppe bianche disseminate su di un fronte este-
sissimo, che dall’Oceano Artico, lungo tutta la catena degli Urali, scendeva fino
al Mar Caspio.
A prima vista la situazione militare non era irreparabile. Se sul fronte me-
ridionale i bolscevichi avevano guadagnato terreno, giungendo il 24 gennaio
fino ad Uralsk e congiungendosi con le milizie filo-bolsceviche del Turkestan,
a nord con la presa di Perm fra il 23 e il 25 dicembre, i bianchi avevano con-
quistato una solida base nella Russia Europea che avrebbe consentito loro di
riprendere l’offensiva in primavera verso le posizioni alleate di Archangelsk.
Anche se un grave colpo era stato dato dalla defezione dei cecoslovacchi
276 G. BAZZANI, Soldati italiani nella Russia in fiamme, cit., pp. 2845.

