Page 168 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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166 Missione in siberia
A dispetto della battuta d’arresto subita da Kolchack, in Europa sembrava
tuttavia che la causa dei bianchi stesse guadagnando terreno, impressione raf-
forzata quando, il 30 maggio, giunse infine la notizia che Denikin accettava
di considerare Kolchack come rappresentante legittimo della Russia presso gli
Alleati. A questo passo, col quale Denikin accettava la leadership dell’Ammira-
glio, ne seguì poco dopo anche uno analogo del Governo di Archangelsk.
Il 3 giugno le potenze occidentali comunicarono di essere pronte a ricono-
scere l’Ammiraglio come unico rappresentante della Russia, a patto che rico-
noscesse l’indipendenza della Polonia, dei paesi baltici e della Finlandia. Kol-
chack non rifiutò, ma evitò di prendere impegni formali, trincerandosi dietro la
Costituente: ogni futuro assetto della Russia sarebbe stato deciso dalla legittima
assemblea del popolo russo .
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Ad un passo dall’ottenere il formale riconoscimento del proprio ruolo di
capo della Russia bianca il Condottiero supremo non volle o non poté coglier-
lo . Ed anche la fortuna militare gli voltò, poco dopo, le spalle.
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Affiancato dalla 2ª e dalla 3ª Armata, Frunze attaccò ancora nel settore meri-
dionale del fronte, puntando dritto su Ufa .
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Benché complessivamente superiori di numero, con circa 155.000 uomini
contro 127.000, i bianchi erano disposti su di un fronte troppo ampio e con linee
di rifornimento troppo estese per resistere ad un avversario più veloce e dotato
di enormi scorte di munizioni . Ufa venne espugnata il 9 giugno e la crisi delle
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armate siberiane divenne palese.
Divisi su come sfruttare la vittoria, i bolscevichi videro prevalere alla fine
l’opinione di Stalin per una prosecuzione dell’offensiva verso gli Urali prima
dell’inverno. Mobilitate tutte le risorse disponibili, i sovietici aggiunsero all’of-
fensiva la ricostituita V Armata di Tucachevskj, ottimamente armata e adde-
strata.
L’avanzata proseguì rapida: a nord i siberiani furono costretti ad evacuare
286 “L’Ammiraglio ha accettato, più o meno esplicitamente, (sottolineatura mia n.d.a.) le condizioni
postegli”. AUSSME, E8, B. 95, Notizie militari e politiche sulla Russia, cit., p. 23.
287 Oltre al riconoscimento della Polonia e della Finlandia le richieste alleate a Kolchack prevedeva
no anche una serie di clausole che l’Ammiraglio dovette considerare probabilmente una oltrag
giosa ingerenza. Kolchack avrebbe dovuto infatti garantire: che venisse riconvocata la Duma del
1917 e fossero indette nuove elezioni, che la nuova Russia entrasse a far parte della Società delle
Nazioni e rimettesse a quest’ultima la delimitazione delle sue frontiere, ed infine che il futuro
assetto della Russia, e qui la mano di Wilson era visibile, fosse inderogabilmente democratico e
repubblicano. AUSSME, E11, B. 123, fasc. 2.
288 Ivi, p. 230.
289 AUSSME, F3, B. 271, fasc. 6, all. 48.
capitolo settimo

