Page 172 - Missione in Siberia - I soldati italiani in Russia 1915-1920
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                 sabotaggi nei 250 km che separavano le due città .
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                    Sarebbe un errore considerare, come fece il governo di Omsk, questi insorti
                 siberiani come bolscevichi. Si trattava in gran parte di contadini piccoli proprie-
                 tari, discendenti di emigrati stabilitisi in Siberia ai tempi del ministro Stolypyn
                 per sfuggire alla condizione di servi della gleba che era loro riservata in Russia
                 e in Ucraina. Fieramente gelosi della propria autonomia, questi coloni erano
                 intenzionati a difendere i villaggi dalle requisizioni dei funzionari del governo,
                 estranei alla realtà locale e abituati a trattare i contadini con la frusta. La loro
                 alleanza con i “rossi” era in realtà frutto di una momentanea convenienza, e si
                 romperà non appena il potere sovietico si insedierà anche in Siberia . Finché
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                 durò la guerra tuttavia, tale alleanza si dimostrò un ostacolo difficilissimo per le
                 forze bianche, che non poterono mai ottenere duraturi risultati contro un nemico
                 ostinato e sfuggente che dopo ogni attacco spariva fra le interminabili distese di
                 colline, foreste e paludi della Siberia centrale .
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                    Prima della grande offensiva di primavera 1919 i comandi Alleati avevano
                 disposto una decisa azione per porre fine a questo stato di cose lungo la Tran-
                 siberiana, al fine di garantire il necessario flusso di rifornimenti alle armate
                 dell’Ammiraglio schierate sul fronte occidentale.
                    Tale azione sarebbe stata portata a termine sia a nord che a sud della Transi-
                 beriana attraverso un ciclo di rastrellamenti contro le bande nemiche ad opera
                 di contingenti “bianchi” e cechi assistiti da piccoli reparti Alleati. L’azione
                 dovette tuttavia attendere il maggio inoltrato per essere realizzata.
                    L’inizio della primavera è nella Siberia un periodo molto poco propizio alle
                 operazioni militari: il disgelo tramuta gli stagni e i ruscelli, transitabili durante
                 l’inverno sulla crosta ghiacciata, in acquitrini e torrenti molto insidiosi, mentre i
                 corsi d’acqua maggiori portano con sé nella loro velocissima discesa verso l’O-
                 ceano Artico giganteschi blocchi di ghiaccio e tronchi d’albero, rendendo l’at-
                 traversamento praticamente impossibile. Le stesse piste scavate dagli animali
                 nella neve, utili agli uomini per attraversare le distese innevate, diventano con




                 300  È probabile che i rossi non interrompessero di proposito il traffico ferroviario, come sarebbe­
                    ro stati in grado di fare con una opera di radicale distruzione dei binari. In gran parte essi stessi
                    dipendevano dai rifornimenti che passavano sulla Transiberiana alla volta di Omsk e del fronte
                    occidentale. Anche se mancano elementi certi, è possibile che le bande di scorridori di Scetukin
                    lasciavano che il traffico sulla ferrovia continuasse a svolgersi in modo da assalire saltuariamente
                    i treni che vi transitavano e ricavarne il bottino necessario.
                 301  Gli insorti contadini giunsero persino a riunire una sorta di “costituente” nell’aprile del 1919,
                    nella quale fu presentata anche un costituzione autonoma ispirata ai principi della società rurale
                    tradizionale. O. FIGES, La tragedia di un popolo, cit., pp. 789.
                 302  Ivi, 788­790.


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